Gheddafi ferito a Tripoli

Da quanto dichiarato dal ministro degli Esteri Franco Frattini, Gheddafi potrebbe essere stato ferito. Ecco le dichiarazioni del ministro: «Noi non abbiamo nessun elemento sull’attuale sorte di Gheddafi. Tendo ad accreditare come credibile la frase del vescovo di Tripoli monsignor Martinelli che ci ha detto che Gheddafi è molto probabilmente fuori da Tripoli e probabilmente anche ferito. Non sappiamo però dove». Sarebbe quindi monsignor Martinelli la fonte di questa notizia, anche se ancora non si conosce la posizione esatta del Raìs. Frattini ha poi però precisato che uccidere Gheddafi non è uno degli obiettivi della missione in Libia: «Non si può fare, perché non lo prevede il mandato». Infatti il mandato dell’ONU non mira a colpire individui singoli ma bensì obiettivi militari.

Gli obbiettivi dell’ Alleanza, come ha specificato nuovamente Bruxelles, restano sempre gli stessi: la fine delle violenze contro i civili libici, il ritiro delle forze del regime di Gheddafi e il la libertà di far arrivare in Libia gli aiuti militari necessari.

Intanto Luis Moreno Ocampo, procuratore della Corte penale internazionale, ha reso noto che nella giornata del 16 Maggio chiederà ai giudici del tribunale di emettere il mandato di arresto per tre individui da ritenere colpevoli di crimini contro l’umanità in Libia. I nomi dei tre non sono ancora stati svelati, si sapranno per certo solo Lunedì, però è quasi sicuro che due dei tre nomi saranno quello del Raìs Muammar Gheddafi e quello del figlio Saif Al-Islam. Morte e persecuzione sono i due crimini che verrebbero imputati ai tre colpevoli qualora la proposta di Ocampo venisse accettata dalla Corte.

Continuano poi a susseguirsi notizie sulle conseguenze dei raid della Nato in Libia- Secondo la tv libica, il raid aereo condotto dalla Nato nell’est del paese, a Brega, avrebbe provocato 16 vittime civili. Oltre ai morti vi sarebbero, sempre secondo le emittenti libiche, decine di feriti. Il suddetto raid ha avuto luogo tra la notte di giovedì 12 e venerdì 13.

In Italia, il ministro dell’Interno Roberto Maroni continua a spingere per una risoluzione del conflitto« Abbiamo sollecitato e solleciteremo ancora un’azione forte della diplomazia che ponga fine alla guerra in Libia, altrimenti non c’è modo di fermare gli sbarchi».

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