USA, per i Repubblicani una guida cattolica?

Alle elezioni presidenziali del 2012 mancano diciotto mesi, che fanno esattamente un anno e mezzo; eppure già se ne parla, quasi fossimo agli inizi della corsa per la Casa Bianca. A dire il vero, se la politica americana è in grado di suscitare entusiasmo, ciò è dovuto al fatto che ogni due anni si succedono tornate elettorali di grande importanza, dalle elezioni di midterm (o metà mandato) a quelle presidenziali e se si considera che tali scadenze siano precedute da mesi e mesi di acceso confronto e dibattito elettorale, si può ben capire perché, nonostante tutto, la politica americana riesca a scaldare gli animi del popolo USA e a suscitare l’interesse e le invidie dei cittadini d’Oltreoceano. Ciò sta capitando anche in queste settimane. Trascorsi sei mesi dalle ultime elezioni per il rinnovo di parte della Camera e di un terzo del Senato, mutati gli equilibri politici tra Repubblicani e Democratici, l’attenzione adesso si sposta sul prossimo sfidante di Obama alla Casa Bianca.

Nel Partito Repubblicano, i galli nel pollaio sarebbero in tanti e tanto ambiziosi, ma solo uno ce la farà. E la bellezza della politica americana sta proprio nel cercare di capire quale possa essere il nuovo identikit di colui che rappresenterà il volto della destra per il novembre 2012. Ad oggi, l’unica candidatura ufficiale vera e propria è quella di Newt Gingrich, ex speaker alla Camera dei Rappresentanti, in quota dei Repubblicani, sotto la presidenza di Bill Clinton.

Sposato tre volte, nel 2009 si è convertito alla Chiesa Cattolica, un dettaglio che potrebbe essere determinante, sotto molti aspetti. Gingrich, infatti, è un conservatore di ferro, molto vicino alle posizioni del Tea Party di Sarah Palin, e la sua confessione religiosa potrebbe suscitare le simpatie dell’elettorato cattolico, tradizionalmente più vicino ai Democratici, ma che sotto la presidenza Obama sarebbero in allontanamento per le sue politiche contrarie alla difesa della vita. La stessa Chiesa Cattolica non vede di buon occhio Obama e potrebbe sotterraneamente indicare Gingrich quale candidato preferibile, nel caso egli riuscisse a spuntarla sui suoi avversari interni.

E proprio questo è un altro punto affascinante della leadership dei Repubblicani. Se Gingrich dovesse essere incoronato come candidato ufficiale per il GOP, vincerebbe contro candidati di confessione protestante, e neanche questo la Chiesa di Roma si farebbe scappare.

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