Iran, il regime in crisi per lotte intestine

Gli occhi dell’Occidente, in questi ultimi tempi, stanno rischiando di non vedere la situazione reale del regime islamico di Teheran, avendo una visione un pò superficiale di ciò che a torto considerano un blocco monolitico. Eppure l’Iran non è affatto un regime unito e le crepe in questi mesi si stanno aprendo in modo visibile, prestando il fianco a scenari che gli stati occidentali potrebbero sfruttare. La lotta vera è quella che si sta giocando tra la guida spirituale iraniana, l’ayatollah Khameini, e il Presidente dell’Iran, Ahmadinejad. Già alla fine del 2010 erano uscite indiscrezioni clamorose, secondo le quali, in occasione degli scontri di inizio del 2010, seguiti alla rielezione dello stesso Ahmadinejad, quest’ultimo avrebbe consigliato al Consiglio dei Guardiani della rivoluzione una linea di apertura alla cosiddetta Onda Verde, ossia l’opposizione che manifestava nelle piazze chiedendo maggiore libertà e democrazia. Pare addirittura che allora, insistendo per evitare gli scontri di piazza e le violenze contro i manifestanti, il presidente si sia preso persino uno schiaffo da Khameini, che lo avrebbe definito quale un debole.

Tra i due ci vollero settimane prima che tornassero a parlarsi, ma quello che starebbe emergendo dalle osservazioni degli analisti politici e della storia dell’Iran è che tali fratture, anzichè ricomporsi, si sarebbero persino allargate, come dimostra il licenziamento di ben tre ministri, che Ahmadinejad ha voluto, contrariamente alla regola per cui spetta al Parlamento decidere la revoca degli incarichi. Khameini sarebbe andato su tutte le furie, chiedendo di revocare il siluro contro i tre ministri.

Pare che dietro a questi gesti ci sia la volontà di Ahmadinejad di smarcarsi dalla Guida suprema dell’islam per tentare di creare una nuova classe politica, meno legata ai voleri dell’ayatollah, più al passo con i tempi. A ben pensarci, una notizia che susciterebbe grande interesse, se è vero che proprio l’attuale presidente di Teheran è visto quale uno dei più pericolosi capi di stato estremisti al mondo.

Vedremo nei prossimi mesi se il regime degli ayatollah sia destinato a tensioni interne crescenti. Di certo il malcontento della popolazione è evidente e non è escluso che pezzi importanti dell’attuale regime possano apertamente entrare in contrapposizione con Khameini, dando voce alla volontà di cambiamento di gran parte della popolazione iraniana.

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