Eurogruppo apre a ipotesi di ristrutturazione debito Grecia

Il vertice dell’Eurogruppo di ieri a Bruxelles è stato anche l’occasione per discutere di eventi di straordinaria importanza, dinnanzi ai quali forse la designazione unanime di Draghi a prossimo governatore BCE non è neanche la notizia più interessante, paradossalmente, sotto il profilo delle ragioni dei mercati.

E’ stato, infatti, approvato il piano di aiuti al Portogallo, pari a 78 miliardi di euro, alle condizioni che UE, FMI e BCE avevano pattuito e imposto a Lisbona, un paio di settimane fa. Un fatto di estremo rilievo, dato che dalla Finlandia si ventilava l’ipotesi di un “no” al salvataggio lusitano, che avrebbe impedito il varo del piano di sostegno.

Ma non c’è stato solo il dossier Portogallo, ieri, al tavolo dell’Eurogruppo. L’altro caso preoccupante è quello che riguarda la Grecia, con la previsione di un piano complessivo per cercare di diminuire l’enorme massa di debito accumulato da Atene. Per fare fronte a una situazione di quasi default, che non si è ancora concretizzata, solo per l’opposizione della BCE, che teme un tracollo dell’Eurozona, ieri il vertice ha aperto alla possibilità di concordare con gli investitori privati, che possiedono titoli di stato greci, un diverso scadenzario sui rimborsi, che verrebbe però ad essere fissato, senza costrizioni, il cosiddetto “re-profiling”. Ciò significherebbe che sarebbero incentivati i rimborsi ristrutturati, in modo da alleviare nell’immediato il peso di Atene, senza allarmare i mercati.

La Francia sarebbe contraria a questa ipotesi, come ha ben chiarito il Ministro delle Finanze di Parigi, Christine Lagarde, che ha espresso la sua contrarietà a “qualsiasi” ipotesi di ristrutturazione del debito, sotto ogni forma. Ma al momento l’alternativa sarebbe il default vero e proprio.

 

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