L'insonnia mette a rischio di obesità

L’insonnia è una minaccia per la nostra stabilità mentale e professionale, purtroppo però, dormirne poco la notte influisce anche negativamente il nostro metabolismo.

Questo processo impedisce al nostro organismo di metabolizzare, appunto le calorie assunte dal corpo durante la giornata, impedendo così di bruciare le calorie assimilate.  Questo processo, quindi causa un accumulo di grassi all’interno del nostro fisico e quindi una particolare predisposizione ad ingrassare.

Questo disturbo se ignorato, nel lungo periodo può incidere notevolmente sulla nostra bilancia e quindi sul nostro peso forma. Sono arrivati a questa conclusione un gruppo di ricercatori svedesi che hanno eseguito la sperimentazione su 14 studenti universitari.

E’ stato monitorato il metabolismo collegato all’azione di questi ragazzi e valutato il modo con il quale il fisico, bruciasse le calorie, attraverso anche un’attenta analisi dell’indice glicemico strettamente connesso all’altalenare degli ormoni, che creano quindi sensazione di sazietà e fame.

Alla fine della sperimentazione i ricercatori hanno evidenziato che i soggetti che dormivano poco, o che comunque avevano una scarsa qualità del sonno, avevano maggiori difficoltà a bruciare le calorie assunte.

Un processo strettamente collegato alla digestione, e dove i ricercatori controllando i livelli glicemici, il cortisolo e la grelina, gli ormoni che gravano sulla fame e sull’appetito, hanno riscontrato che questi erano notevolmente aumentati rispetto ai colleghi che invece dormivano regolarmente.

Gli svedesi sono arrivati alla conclusione che chi soffre d’insonnia ha una predisposizione fisica cad avere problemi di eccesso di peso e quindi di probabile obesità, ma anche di grave predisposizione al diabete di tipo 2.

Si consiglia quindi di cercare di regolare la qualità e la quantità del sonno che devono essere soddisfacenti per gli individui, nella speranza di poter così tutelare il nostro fisico, sia da problemi collegate al peso superfluo, ma anche per proteggerlo da possibili patologie gravi degenerative.

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