Arresti e perquisizioni sono state eseguite questa mattina dagli agenti del Comando Privinciale della Guardia di Finanza di Napoli su disposizione della Procura del capoluogo partenopeo per un’indagine su un giro di tangenti pagate a funzionari e sindacalisti dell’Azienda Napoletana Mobilità. Gravi i capi di accusa che pendono sulla testa degli indagati: associazione a delinquere, concussione e peculato. Le indagini avrebbero portato alla luce un giro illecito di assunzioni e trasferimenti nell’azienda di trasporto pubblico napoletana. Agli arresti domiciliari sono finiti l’ex direttore responsabile dell’Azienda Napoletana Mobilità, Sabato Carotenuto e un sindacalista dell’azienda, Vincenzo Colimoro. Altri due sindacalisti, Carmine Simeone e Roberto Pastena sono invece sottoposti all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Gli indagati in totale sono otto.
L’ACCUSA – Orologi, gioielli, telefonini e poi somme da 10mila a 25mila euro: questi i “regali” che i funzionari dell’Anm intascavano per assumere o trasferire autisti, ma non solo. Secondo quanto emerge dalle indagini, dirigenti e sindacalisti ricevevano le tangenti anche per favorire l’esodo incentivato di dipendenti vicini alla pensione o addirittura già morti. E i parenti degli autisti pur di pagare le somme richieste ricorrevano anche a prestiti di società finanziarie. Quella che sembra profilarsi come una vera e propria organizzazione, faceva in modo che autisti napoletani che lavoravano in aziende, anche private, del centro-nord fossero assunti dall’Anm grazie a cambi con colleghi dell’azienda napoletana che in realtà non sono mai entrati in servizio nei nuovi posti di lavoro, poichè il trasferimento coincideva con il loro pensionamento per limiti d’età.
PIENA COLLABORAZIONE – L’indagine va avanti dal 2009 ed è stata avviata dopo una denuncia di un consigliere comunale su alcune irregolarità nell’avvicendamento degli autisti.
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Piena collaborazione assicura l’Anm, che in una nota diffusa alla stampa “fa presente che dal 2009 ha collaborato con le forze dell’ordine fornendo tutta la documentazione aziendale affinché si facesse piena luce sui cambi di personale tra aziende e sulle modalità di realizzazione delle politiche incentivanti per la riduzione dell’organico”; “l’azienda – si legge anche nella nota – continuerà a collaborare con la magistratura perché gli eventuali illeciti dei singoli non danneggino l’immagine di Anm e quella dei nostri dipendenti impegnati ogni giorno a fornire un servizio alla città”.
