Beppe Grillo non si schiera, dubbi tra i sostenitori, Calise possibilista

Parla di “numeri straordinari” Beppe Grillo, e come dargli torto leggendo che per la campagna elettorale il Movimento 5 Stelle avrebbe speso “circa 50 centesimi” per ogni voto. “Abbiamo quasi il 10% a Bologna, il 10% a Ravenna, il 15% a Rimini, il 5% a Torino, l’8% a Savona” informa l’ex-comico sempre più calato nel ruolo di leader di un movimento che comincia ad impensierire i partiti storici. L’esito delle amministrative infatti non ha lasciato indifferenti sia destra che sinistra e, mentre da un lato si smorzano gli sberleffi ricevuti abitualmente dai simpatizzanti berlusconiani sulla rete, per il Pd ci ha pensato ieri Pier Luigi Bersani in persona, intervistato a “Otto e mezzo” (la trasmissione condotta da Lilli Gruber su La7) a tendere ufficialmente una mano al M5S.

Siete troppo grossi per non decidere, per dire che destra sinistra sono uguali, che Pisapia e la Moratti sono uguali, di’ magari che non ti piaccio, ma non siamo uguali. Le centrali nucleari io non le voglio”. Così il segretario del Partito Democratico, che lancia una vera e propria “sfida costruttiva” ai grillini e li mette in guardia dal perdersi nel qualunquismo, affermando di sentire la forte sollecitazione al cambiamento proveniente dalla gioventù che si è raccolta intorno al loro movimento.

Ma Beppe Grillo per ora non vuol sentire ragioni e dal suo blog (il primo in Italia per visite e tra i primi dieci nel mondo) sostiene che c’è poco da salvare da una politica “ormai fumosa, finita, che non dice più niente“, ribadendo che il Movimento 5 Stelle è alternativo a tutti. Grillo anzi affonda i colpi: “Abbiamo bypassato questi partiti morti, non siamo il terzo polo di nessuno…fanno finta di bisticciare poi sulle scelte sono identici, sul cemento, sul conflitto di interessi, sulla legge elettorale – che non hanno detto niente che è una porcata vergognosa -, sullo scudo fiscale…”. Immancabile il riferimento alla “democrazia 2.0”, che arriva riferendosi ai suoi rappresentanti che siederanno nei consigli comunali come a dei “terminali di un social network dei cittadini fuori e della Rete, delle sentinelle” ma al termine dell’articolo proprio dalla rete arrivano le perplessità di fronte ad una chiusura a riccio. Migliaia di commenti, molti a favore, molti altri perplessi, altri davvero espliciti nel suggerire un cambio di rotta che non vanifichi il successo elettorale.

Scrive ad esempio Francesco P.:”Caro Grllo, capisco che sei incazzato ed io più di te ma il voto nelle amministrative rischia di rimanere fine a se stesso se non si converge verso il meno peggio: ti posso assicurare che peggio di Berlusconi e dei suoi lecchini non c’è nessuno in questo momento. Perciò, anche se a malincuore, bisogna avere il coraggio di una scelta…” Gli fa eco Maria Pia C.: “Condivido la purezza del M5S di non contaminarsi con nessun politico, però nello stesso tempo non condivido che vengano posti tutti sul medesimo piano. Che la sinistra non è più sinistra siamo tutti d’accordo, ma paragonare Pisapia alla Moratti o De Magistris a Cosentino ce ne corre…”

Quasi per rispondere a questi appelli, arriva un pò a sorpresa la notizia che Mattia Calise, presentato come candidato sindaco a Milano ed ora futuro consigliere comunale, in una conferenza stampa apre la strada ad un appoggio a Giuliano Pisapia: “‘Guardando le posizioni degli attivisti principalmente sono indecisi sul se votare o no, ma in caso di voto molti si sono espressi per il centrosinistra”. Calise però ribadisce di non ritenere utile che un partito dica cosa fare ai propri elettori, ed in ogni caso annuncia che nei prossimi giorni ci saranno delle “interviste” ai due contendenti rimasti per chiarire definitivamente i dubbi sulle loro posizioni sui temi cari al movimento di Beppe Grillo. Ma conclude: “L’apparentamento del candidato del centrodestra con Berlusconi non depone a suo favore…è difficile che possa prendere i voti dei nostri elettori” .

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