Berlusconi pensa a Tremonti vice-premier

Il premier Silvio Berlusconi non è di ottimo umore, contrariamente al suo carattere naturale. E’ deluso e dispiaciuto per il tonfo del PDL alle elezioni amministrative del primo turno, soprattutto non va giù al presidente del consiglio il fatto che a Milano si parta con uno svantaggio di circa sette punti percentuali per il ballottaggio che si terrà tra due domeniche. Si discute di strategie sbagliate e di cattiva comunicazione a Palazzo Grazioli, dove uno ad uno sfilano tutti i big del PDL. La parola d’ordine del premier sarebbe quella di rinsaldare l’asse con la Lega. Berlusconi non teme che l’alleato del nord possa voltargli le spalle, anche in caso di sconfitta al secondo turno. D’altronde lo stesso Bossi ha detto che l’alleanza con il PDL non è in discussione, ma preoccupano affermazioni del tipo “Non ci faremo mandare a fondo con il PDL”. Tuttavia, si studiano le tattiche per ribaltare le sorti meneghine e per avviarsi al successo anche a Napoli. A Milano la sfida parte in salita, con Letizia Moratti che dovrà recuperare parecchi punti per potere aspirare alla rielezione. A Napoli, sostiene il premier, la partita è aperta, perchè il candidato del centro-destra Lettieri parte in netto vantaggio.

Certo, pesa l’incognita dei candidati terzi, di come si sposteranno i loro voti al turno di ballottaggio. Beppe Grillo ha confermato una linea di non dialogo con le due coalizioni, di fatto non schierandosi a Milano, come nel resto delle città in cui si vota, per nessuno dei due candidati. Di fatto, questa non sarebbe una buona notizia per Pisapia, il candidato della sinistra. I voti dei grillini sono tipicamente della sinistra radicale, ma la scelta di non schierarsi potrebbe portare molti di questi elettori a non andare a votare.

Altri, che hanno scelto di non scegliere sono quelli del Terzo Polo. Ieri, una riunione congiunta tra Casini, Fini e Rutelli ha confermato la linea della libertà di voto. Il Terzo Polo, già stremato dai numeri imbarazzanti, vuole tenersi le mani libere. A Milano, ad esempio, sa che non potrebbe mai appoggiare un uomo della sinistra comunista come Pisapia, ma non potrebbe neanche schierarsi con la Moratti, rischiando di essere trascinati nella sconfitta.

E allora il PDL e la Lega dovranno accontentarsi di farcela da soli. Non avranno alcun sostegno tra una decina di giorni e già Berlusconi studia le contromosse, per evitare che il governo possa essere messo a rischio, in caso di debacle. Per Tremonti sarebbe già pronta la poltrona di vice-premier.

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