Pensioni, dati Inps in linea con previsioni di Sacconi

Mostra soddisfazione il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, dopo la pubblicazione dei dati Inps, che confermerebbero, a suo dire, la mancanza di necessità nel procedere a una ulteriore riforma delle pensioni. L’istituto previdenziale ha diffuso ieri alcuni dati, che indicano una certa stabilizzazione della spesa previdenziale, complessivamente a 177,35 miliardi di euro. 

In crescita, nel 2011, i nuovi assegni erogati per le pensioni di anzianità, ossia di coloro che hanno voluto approfittare dell’ultima occasione unica, per uscire dal lavoro a 59 anni di età + 35 anni di contributi. Da quest’anno, infatti, sia il limite minimo anagrafico che quello contributivo sono saliti di un anno (quota 96). E così, dai quasi 101 mila nuovi assegni di anzianità del 2009 si è passati a quasi i 175 mila del 201o, contribuendo a fare salire complessivamente la spesa Inps del 2,3% sul 2009, al di sotto del tasso nominale di crescita del pil.

E così, spiegano dall’Inps, molti lavoratori, pur di andare in pensione in anticipo, sono disposti a ottenere una pensione più bassa. Sono, infatti, poco più di 16 milioni i pensionati Inps e 2,7 milioni coloro che godono di un assegno di invalidità. Ma di tutti questi, il 50% circa gode di importi pari o meno a 500 euro al mese, mentre sotto i mille euro si trova ben il 79% dei pensionati. Neanche il 9% ha una pensione al di sopra dei 1550 euro mensili.

Non buoni i dati sulla previdenza complementare, i cui iscritti sono solo 5,3 milioni nel 2010, il 4,3% in più del 2009, ma meno di un quarto dei potenziali. Il dato sarebbe spiegato dal ministro Sacconi con l’eccessivo numero di fondi pensione (più di 500), che non creerebbe le condizioni per fare massa critica. E ciò, nonostante nel 2010, il rendimento è stato in media del 3%, contro il 2,6% medio del TFR.

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