Il successo dell’asta BoT scaccia i gufi di S&P

Buona giornata sui mercati finanziari italiani di ieri. Il Tesoro ha collocato 10 miliardi di euro in titoli semestrali e Ctz biennali; i primi, per un valore di 8 miliardi e i secondi per 2 miliardi. In entrambi i casi, si è assistito a una forte domanda, che complessivamente arriva a 17 miliardi di euro (1,7 volte l’offerta totale), con un conseguente calo dei rendimenti, sebbene di pochi decimali.

In particolare, i rendimenti sui BoT a sei mesi sono scesi dall’1,659% della precedente asta all’1,657%, confermando la tenuta dei titoli e la fiducia sui mercati, riguardo alla credibilità del sistema-Italia. Il calo è stato ben più evidente sul segmento a 2 anni, con i Ctz che hanno esitato tassi al 2,851%, contro il 3,044% della precedente offerta.

Stabilità nel breve termine e rendimenti in discesa nel medio periodo; questo potrebbe essere, in sintesi, il risultato dell’offerta di ieri. Un successo sia in termini di domanda che di risultati sui tassi. Sul primo aspetto, va considerato che 10 miliardi non sono un importo di poco conto e il fatto che la domanda abbia registrato un livello molto alto dimostra che c’è fiducia nel nostro Paese, proprio nelle fasi di difficoltà, in quanto i nostri titoli sono considerati sicuri.

Il calo poi dei rendimenti allontana i timori di Standard & Poor’s, che solo una settimana fa aveva pronosticato la possibilità per l’Italia di pagare nell’immediato uno scotto, per finanziarsi sui mercati. Non sembra essere così, come già non lo era stato in tutti questi primi mesi dell’anno, con tassi stabili, semmai lievemente in crescita, o persino in discesa in più di un’occasione.

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