L’ultima assemblea per Emma, che chiede meno tasse e più sviluppo

Ieri e oggi saranno gli ultimi interventi di Emma Marcegaglia, in qualità di presidente di Confindustria, per l’apertura dell’assemblea della confederazione. Quest’anno, infatti, ad ottobre verrà designato il successore, che si insedierà al posto della Marcegaglia esattamente fra un anno.

E l’ultima volta di Emma per l’apertura dell’assemblea ripercorre tutte le richieste e le analisi che nel corso di questi quattro anni la sua Confindustria ha proposto e avanzato alla politica e all’opinione pubblica.

Il presidente parte dalle cifre: dopo la recessione, l’Italia è tornata a crescere poco sopra l’1%, mentre in Germania quest’anno si dovrebbe chiudere al 4,9%. Il Paese cresce poco e con questo ritmo si rischia di non potere abbassare il tasso di disoccupazione a livelli soddisfacenti, ma semmai di riassorbire solo i cassintegrati.

Per favorire la crescita, dunque, occorrerebbe, secondo il rappresentante di via dell’Astronomia, una politica di riforme, come quelle del fisco, per diminuire le tasse sui cittadini, e le liberalizzazioni, per avere più concorrenza e maggiore sviluppo dei mercati.

Marcegaglia critica il clima di scontro perenne tra maggioranza e opposizione, rimarcando come questa opposizione non sia credibile, fin tanto che non si darà un profilo riformatore, essendo schiacciata da spinte massimaliste.

Emma, tuttavia, riconosce i buoni risultati dell’azione di questo governo, come la riforma dell’università, che mette al centro la formazione, indispensabile per la crescita; così come il sostegno alle reti di impresa.

Infine, si autocompiace dell’azione della Confindustria, che in questi mesi ha cercato, grazie a un forte dialogo con le banche, di superare l’ostacolo del cosiddetto “credit crunch”, che limita le potenzialità di sviluppo delle imprese italiane.

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