Yemen, è guerra civile

Si stanno intensificando gli scontri a Sana’a, la capitale yemenita, teatro di uno scontro sanguinario che solo in questi ultimi giorni avrebbe lasciato sul terreno centinaia di vittime. La battaglia si sta combattendo con gli uomini di una potente tribù, guidata dallo sceicco Sadek al Ahmar, che ha preso di petto il regime di Alì Abdullah Saleh, chiedendone a gran voce la cacciata. Dall’altra parte ci sono circa 30 mila uomini al servizio del figlio di Saleh, Ahmed, fedeli alle istituzioni del regime, che starebbero usando carri armati e l’artiglieria pesante per sconfiggere le forze ribelli. Le migliaia di uomini di al Ahmar sarebbero, invece, in possesso di numerose armi, tra cui fucili, bazooka, bombe a mano. L‘esercito sta cercando di blindare la capitale con decine di posti di blocco per impedire l’accesso a eventuali altre forze ribelli. E il potentissimo sceicco al Ahmar ha lanciato ieri un appello alle altre tribù affinchè si uniscano alla sua battaglia per ottenere la cacciata “a piedi nudi” dal potere e dallo Yemen di Saleh.

Nonostante il regime sembri ancora molto compatto al suo interno, iniziano a farsi sentire le voci contrarie al potere del dittatore, come quella del generale al Moshen, il quale ha dichiarato che il presidente sarebbe un pazzo assetato di sangue.

Lo scontro con i ribelli della tribù di al Ahmar, la stessa a cui appartiene Saleh, rischia di complicare la partita per il regime di Sana’a, già alle prese con numerose manifestazioni di piazza che lo hanno costretto a cercare un accordo, anche tramite una mediazione degli altri stati del Golfo.

Ed è proprio il rifiuto del presidente di firmare quell’accordo che ha fatto esplodere la già precaria situazione politica, aizzando le folle alla rivolta.

Dopo avere più volte promesso di lasciare il potere, cambiando idea all’ultimo minuto, ormai nessuno nello Yemen sembra disposto a dargli credito, facendo prevedere una escalation della crisi, tanto che le ambasciate straniere stanno invitando i propri cittadini a lasciare il Paese, se non vi siano ragioni strettamente necessarie per restare. Gli USA hanno già diramato un appello in tal senso, perchè è evidente che siamo già in piena guerra civile.

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