Caos Grecia, non più tabù default e uscita da euro

L’agonia di Atene sta tenendo con il fiato sospeso i mercati finanziari europei, le istituzioni comunitarie e i governi nazionali dell’Eurozona. Se fino a qualche settimana fa, tutto il dibattito sulla Grecia girava intorno ai punti del piano di austerità, da qualche giorno il vaglio delle ipotesi è stato decisamente ampliato e comprende due situazioni, che terrorizzano quanti ascoltano, solo a sentirle pronunciare: si chiamano “default” e “uscita della Grecia dall’euro“.

Il primo caso sarebbe quello di cui si discute apertamente da un paio di settimane, dal famoso vertice dell’Eurogruppo, poi seguito dall’Ecofin, per cui si procerebbe a una diversa scadenza (allungamento) del debito greco, magari su base volontaria. Un’ipotesi, che la BCE ha stoppato sul nascere, essendo di fatto un “fallimento dolce“. La BCE tiene il punto della situazione, ricordando come non sia possibile anche solo prendere in considerazione l’idea di non pagare tutto o parte del debito. E’ proprio sulla credibilità che si basa la moneta unica, così come tutte le valute al mondo; sulla credibilità, i mercati prestano denaro ai governi e investono sui titoli privati di un Paese. Venuta meno la credibilità, il sistema crolla; dunque, fà benissimo la BCE a non mollare.

L’altro punto riguarda la possibilità che Atene esca dall’Eurozona, tornando al dracma. Un’eventualità palesata dal commissario greco alla Pesca a Bruxelles, Maria Damanaki, la quale lo ha scritto a chiare lettere sul suo sito. Qualcuno lo avrebbe visto più come uno sfogo, ma non è un mistero che se ne parli ufficiosamente a livelli alti.

Converrebbe alla Grecia tornare al dracma? Oltre alle previsioni di un’inflazione a due cifre, Atene sprofonderebbe in una situazione da “Italia anni ’80”: alti tassi di interesse (ora bassi, grazie al fattore credibilità dell’euro), con crescita nominale più alta del pil (soprattutto per la maggiore crescita dei prezzi), ma con un disincentivo a investire in produttività e con un deficit, che corre il rischio di stabilizzarsi ai livelli attuali, venuta meno la necessità di seguire la disciplina di bilancio, imposta nell’Eurozona. Uscita dall’euro, la Grecia guarderebbe solo all’Africa.

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