Il sottosegretario Melchiorre si dimette: “Berlusconi ha esagerato”

Silvio Berlusconi stavolta si è spinto troppo in là con il suo voler “imporre” persino ai leader esteri, in primis al Presidente USA Barack Obama, la “sopportazione” delle beghe nostrane che lo contrappongono alla magistratura. Questo in breve è il pensiero che traspare dalle parole di Daniela Melchiorre, fino a ieri neo-sottosegretario allo Sviluppo economico ed ora dimissionaria.  E proprio per dimettersi ha scelto un modo molto “rumoroso”, consegnando prima una lettera che formalizzasse l’atto e poi inviandone un’altra al direttore di Repubblica Ezio Mauro, per spiegare la sua scelta avvenuta poco dopo le “incredibili esternazioni” (sua definizione) del presidente del Consiglio in cui il nostro paese veniva descritto come dominato da una “quasi dittatura di giudici di sinistra“.

Era stata da poco nominata la Melchiorre, dopo essersi apparentemente “convinta” ad appoggiare il governo Berlusconi (da ricordare che il 14 Dicembre scorso aveva votato no alla fiducia) insieme al suo unico compagno di partito a sedere in Parlamento, Italo Tanoni. Ora grazie al suo gesto si apprende un piccolo “retroscena” e cioè che la sua era stata una scelta pervasa da una certa diffidenza, tanto che non aveva ancora preso effettivo possesso del suo nuovo incarico.

Le espressioni utilizzate nella missiva alla stampa sono inequivocabili e durissime: Il fatto è che il livello di accettabilità è definitivamente superato anche per chi aveva ritenuto per un attimo di poter superare, in un momento di emergenza, le fratture politiche del passato. Dopo le incredibili esternazioni del Presidente del Consiglio contro i magistrati all’incredulo Presidente Obama […] non ho potuto far altro che constatare che non vi è, almeno per me, uno spazio per proseguire, o meglio avviare, un contributo effettivo all’attività governativa […] Nella giustizia vi sono diverse cose che non vanno, pur se i rimedi, sempre più smodati, proposti dal PdL non sono i migliori. […]

Non è francamente accettabile che si giunga alle volgarità dei giorni passati e che si tenti la delegittimazione di quella che comunque è una funzione costituzionale innanzi ad una delle autorità più importanti della Terra […] Non posso dimenticare di essere un magistrato e di aver indossato con orgoglio e, se mi è permesso, con onore la mia toga. Orgoglio e onore che sono quelli della quasi totalità dei magistrati che, silenziosamente, lontano dai riflettori e dal circuito mediatico, svolgono il proprio dovere tra difficoltà e rischi, carichi e disagi. […] Non mi resta che constatare che la cautela con cui non ho inteso prendere possesso dell’incarico era fondata, e che per me è impossibile far parte di un Governo il cui capo sconsideratamente parla di “dittatura dei giudici di sinistra” a un summit internazionale…”

La Melchiorre ha infine annunciato che nei prossimi giorni convocherà una riunione della Direzione Nazionale dei Liberal Democratici per constatare se la sua scelta è condivisa dal suo partito. In caso contrario ha affermato che si dimetterà anche dalla carica di presidente dello stesso.

La movimentata carriera politica di Daniela Melchiorre è quindi ad una nuova svolta. Ex magistrato militare, aveva iniziato ne “La Margherita”, passando poi nei “Liberal Democratici” di Lamberto Dini e ricevendo la nomina a sottosegretario alla Giustizia del governo Prodi, nel 2006. Nel 2007 invece fonda i “Liberal Democratici Riformisti”, venendo poi eletta alla Camera in quota Pdl nel 2008. I Libdem in seguito escono dalla maggioranza e confluiscono nel “gruppo misto”, fino a che dopo vari passaggi ritornano in quota al governo. Fino a ieri, con questo ennesimo colpo di scena che potrebbe avviare la frana della risicata maggioranza parlamentare del governo Berlusconi, in attesa del probabile contraccolpo che deriverà dai risultati delle amministrative.

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