Yemen, al Qaida conquista città del sud

Alle brutte notizie se ne aggiungono altre, nello Yemen, da giorni sconvolto da una vera situazione da guerra civile, specie nella capitale Sana’a. I combattimenti tra una potente tribù locale, guidata dallo sceicco Sadek, e le forze del regime di Saleh, hanno portato alla chiusura dell’aeroporto capitolino, deviando i voli verso altre città, oltre al blocco dell’ingresso nella capitale, per evitare che si aggiungano altri insorti a quelli di Sana’a. Una situazione così pericolosa che le ambasciate straniere hanno iniziato da giorni a rimpatriare i loro concittadini, specie dopo che Washington ha fatto esplicito appello ai cittadini americani nello Yemen di lasciare lo stato, in quanto pericoloso alla loro sicurezza. Gli scontri sono il risultato dell’appoggio della tribù di Sadek all’opposizione, che da settimane manifesta nelle piazze contro il regime di Alì Abdullah Saleh, chiedendo le dimissioni, dopo 32 anni di potere. Saleh ha rifiutato di firmare un accordo, anche quando aveva promesso di farlo, chiedendo garanzie per sè e il figlio. Malgrado siano state concesse, il suo continuo rifiuto a porre la firma sul documento, che garantirebbe il passaggio di consegne pacifico al suo vice, in attesa di libere elezioni da tenersi entro due mesi, ha scatenato le reazioni furenti delle piazze. Ma la situazione è letteralmente esplosa quando la tribù dello sceicco Sadek ha deciso di appoggiare la rivolta, ottenendo l’assalto ai suoi edifici da parte delle forze dell’esercito, rimasto fedele al regime yemenita.

Da settimane, Saleh ripete come un disco rotto di non volere lasciare il Paese, perchè al suo posto arriverebbero gli uomini di Al Qaida, facendo sprofondare lo stato nel terrore. Parole, che starebbero diventando drammaticamente una profezia, avveratasi in parte ieri, quando si è diffusa la notizia che la città del sud Zinjibar, nella provincia di Abyan, è passata nelle mani di forze di Al Qaida, dopo aspri combattimenti con le forze dell’esercito, che hanno provocato 18 morti.

E’ evidente come il rischio sia di passare dal forno alla brace, con le forze del terrore che prenderebbero il possesso di importanti città forse anche della capitale, dando vita a un nuovo Afghanistan, che certamente nessuno fuori dallo Yemen gradirebbe.

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