L’analisi dell’esito elettorale delle amministrative: voto di cambiamento o di protesta?

Ragionando a mente fredda sul voto delle Amministrative (sia quello del primo turno che nei ballottaggi), e considerando a fondo i flussi elettorali, una chiave di lettura possibile è  quella che non sia stato un voto di cambiamento, ma “solo” di protesta: basti guardare il comportamento degli elettori centristi che nei ballottaggi hanno espresso consenso verso i candidati di Vendola e Di Pietro, situazione che si ripeterebbe difficilmente in un contesto di elezioni politiche. L’anti politica di Grillo, i toni di De Magistris (che non può certo definirsi un uomo di sinistra nel senso teorico del termine) e le idee di Vendola, sono facilmente utilizzabili da volponi della politica per “mettere in guardia” l’elettorato moderato o indeciso nelle prossime lezioni.

Si badi bene, i miei non sono giudizi di merito, anzi: il malcontento che queste formazioni politiche (seppur con toni diversi tra di loro) esprimono, sono condivisibili. La base di Sinistra Ecologia e Libertà poi, è chiaramente cresciuta in tutta Italia: ce lo dicono i sondaggi, anche dove non si è votato in queste settimane, fino ad arrivare a sfiorare un 10%.

Cosa farà il Pd? Una scelta decisa verso l’Idv e Sel potrebbe portare il Terzo Polo, o una parte di esso, ad un nuovo apparentamento con la Casa delle Libertà, con Berlusconi pronto di nuovo a gridare “Comunisti”, “Giustizialisti”, “Disfattisti”.

de magistris

A quel punto cosa farebbero gli elettori moderati e/o indecisi? Da quale parte penderanno? I prossimi mesi di governo saranno forse decisivi per capire verso chi penderà la bilancia delle decisioni dei cittadini ed elettori italiani.

Nella speranza di aver sollecitato i lettori dell’articolo ad una visione critica del voto, mettendo in risalto aspetti contradditori di entrambi gli schieramenti e senza quindi comunicare alcuna presa di posizione, in diretta ci arriva la notizia che la Cassazione ha accolto l’istanza del Pd, lasciando valido il quesito contro il ritorno delle centrali nucleari nel nostro Paese. In sostanza, quindi, la richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma invece di applicarsi alla precedente legge, verterà appunto sulle nuove norme che riguardano la produzione di energia nucleare, approvate nel decreto della scorsa settimana.

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