Agcom, ennesimo richiamo: la RAI informi sui referendum o pagherà

Prosegue costante l’operato dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) che torna a richiamare pesantemente la Rai in quanto “non sta attuando una programmazione idonea a garantire l’effettivo rispetto del regolamento della Commissione parlamentare di vigilanza” riguardo ai referendum del 12 e 13 Giugno. L’autorità presieduta da Corrado Calabrò (nella foto in basso) ha infatti giudicato “largamente insufficiente l’informazione finora fornita” agli utenti del servizio pubblico ed emanato direttive il cui mancato rispetto comporterà pesanti sanzioni. Appena 2 giorni fa era partita una denuncia firmata da 17 parlamentari di opposizione, esponenti di Pd, Idv, Udc, Api, Fli e Radicali. In tempo record quindi, visti i “risultati delle istruttorie sugli esposti pervenuti in materia di comunicazione politica sui referendum”, è partito “l’ordine conformativo” al quale la Rai dovrà attenersi.

Esso prevede daoggi diversi obblighi: la trasmissione dei “messaggi autogestiti” sulle prime tre reti, a rotazione, utilizzando la fascia oraria di maggior ascolto (dalle 18,30 alle 22,30); la trasmissione delle tribune elettorali sempre sulle tre reti, a rotazione almeno su una al giorno, sempre nella succitata fascia oraria; la garanzia della presenza degli argomenti oggetto dei referendum sia nei TG che nelle trasmissioni di approfondimento delle tre reti.

L’Autorità ha esteso in forma di “invito” il suo richiamo ad assicurare l’informazione sui referendum anche alle tv private a copertura nazionale, mentre per quanto riguarda le emittenti locali ha sollecitato i Comitati regionali delle comunicazioni (Corecom) a completare entro lunedì tutte le operazioni necessarie per la diffusione dei messaggi autogestiti. L’Agcom effettuerà quindi il “monitoraggio della programmazione” per giudicare se nei prossimi giorni la situazione si sarà “normalizzata” a seguito delle sue direttive e martedì prossimo riunirà la Commissione servizi e prodotti, pronta in caso contrario a multare ancora una volta il servizio pubblico.

Ermete Realacci, responsabile nazionale Green economy del Pd, sull’esposto presentato all’Agcom
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La Commissione era balzata agli onori della cronaca con la sua decisione di multare  Tg1, Tg2, Tg5, Tg4 e Studio Aperto per la raffica di interviste a Silvio Berlusconi, venerdì 20 maggio. Anche per Adriano Celentano ad AnnoZero (espressosi sul sostegno a Giuliano Pisapia nelle amministrative di Milano) l’Authority aveva ravvisato la violazione del “divieto di manifestare le proprie intenzioni di voto” previsto dalla legge sulla par condicio, durante la puntata del 26 maggio.

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