Batterio Killer: assolti per insufficienza di prove anche i germogli di soia

Dopo i cetrioli è toccato anche ai germogli di soia. A finire sotto accusa infatti, secondo il Ministro della Salute tedesco, è stata negli ultimi giorni un’azienda che da ben trent’anni produce prodotti biologici: la Gaertnerhof Bienenbuettel.

Il problema è che, però, la stessa azienda produce anche moltissimi altri prodotti per cui è aumentata la psicosi per le verdure, tanto da indurre la Germania a sconsigliare di consumare verdure crude. Ma – come afferma l’Amministratore Delegato Klaus Verdeck – non viene fatto nessun uso di concime animale per la produzione dei vegetali e addirittura non c’è presenza di allevamenti né presso la fabbrica né nei dintorni.

Non si capisce quindi da dove possa essere derivata l’idea della contaminazione visto che si pensa che il batterio E. Coli venga proprio dal concime.

Oltretutto, continua l’Amministratore Delegato, i germogli di soia e non solo quelli vengono prodotti con acqua alla temperatura di 38°, senza essere concimati.

E infatti, dopo avere esaminato più di 20 campioni di germogli sequestrati all’azienda (che nel frattempo è stata chiusa), la Germania si vede “costretta” non solo scagionare l’azienda in questione e i suoi prodotti, ma a ricominciare da zero per quanto riguarda il capire da dove provenga il tanto temuto batterio killer.

In Italia comunque tutto è sicuro, sano e salutare. E’ quello che continua a ripetere il Ministro Fazio, insieme alle giuste norme per essere ancora più sicuri:

  • lavarsi bene le mani prima e dopo aver lavato la verdura;
  • lavare le verdure con acqua tiepida strofinandole bene;
  • si può anche usare se si vuole un disinfettante alimentare ma ricordarsi di sciacquare abbondantemente;
  • mai contaminare verdure cotte, carne e pesce usando posate uguali a quelle adoperate per le verdure crude senza prima averle lavate;
  • pulire accuratamente coltelli e taglieri usati per la verdura cruda.
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