Confindustria cerca accordo su riforma contratti

La proposta di riformare l’attuale stato dei contratti italiani è giunto due giorni fa dal vice-presidente di Confindustria Bombassei, il quale ha espresso la volontà di sostituire i contratti nazionali con contratti di tipo aziendale, riformando al contempo anche i criteri della rappresentanza sindacale, per avere certezza di chi debba firmare e tempi celeri per arrivare a una firma di un accordo. Il tutto, secondo Bombassei, regolamentato da una legge dello stato.

Ieri, invece, è stata la volta del numero uno di Confindunstria, Emma Marcegaglia, la quale si è detta pronta a ricercare un confronto serio e immediato, affinchè si riformi la disciplina dei contratti. La Marcegaglia ha, infatti, ricordato il grosso problema della rappresentanza sindacale, per cui non si sa quasi mai, quando si raggiunge un accordo in azienda, se i sindacati firmatari rappresentino o meno la maggioranza dei lavoratori. Pertanto, la volontà sarebbe quella di cercare un confronto con i sindacati, per fare in modo che i nuovi contratti stabiliscano regole chiare, per determinare i criteri che facciano si che un accordo valga “erga omnes”.

Difficile, invece, che si attui la proposta del suo vice, ossia la regolamentazione per legge del nuovo modello contrattuale. A parte la Cgil, sarebbe contraria la Cisl, che ritiene che la materia degli accordi debba rimanere liberamente determinata dalle parti sociali; e fino ad oggi, il governo di centro-destra, con il ministro Sacconi, è stato sempre semore di questo avviso, quindi, difficilmente darebbe vita a una misura di stampo dirigista. Per il resto, i tempi sembrano maturi per una svolta, sebbene la Marcegaglia ieri non abbia fatto accenno alla sostituzione dei contratti nazionali con quelli aziendali.

Impostazioni privacy