Un altro duro colpo contro la società di riscossione Equitalia, al centro di feroci critiche da parte dei contribuenti, a causa del clima persecutorio a cui l’agenzia avrebbe dato vita, negli ultimi tempi, con l’invio di cartelle pressanti e incessanti, anche per cifre irrisorie e con il comminamento di sanzioni e tassi di interesse, che hanno creato una sorta di esasperazione, soprattutto in alcune aree del Paese.
Che Equitalia abbia abusato del suo ruolo, ormai è fuori dubbio, tanto che negli ultimi due giorni, il governo e la maggioranza hanno approntato una serie di provvedimenti, che toglieranno all’agente di riscossione gran parte dei suoi poteri, limitandone il campo di azione. Il tutto, per cercare di riportare un clima di maggiore serenità, nei rapporti tra lo stato e il contribuente, per quanto non si possa rinunciare alla severità nelle attività di riscossione delle imposte.
E così, dopo che si è approvato un emendamento al decreto sviluppo, che prevede che per cartelle inferiori a 20 mila euro non sarà possibile procedere alla vendita all’asta dei beni pignorati del contribuente moroso, oltre a tutta una serie di limitazioni per Equitalia, ieri un altro punto è stato ottenuto in favore dei contribuenti.
Con due emendamenti, presentati dagli onorevoli Giuseppe Mariniello (PDL) e Maurizio Fugatti (Lega), si è previsto che per importi inferiori a cento euro non saranno possibili invii di cartelle esattoriali, da parte di Equitalia e delle società da esse controllate, ma solo solleciti di pagamento.
Quindi, stop a cartelle con sanzioni e tassi esorbitanti per piccole cifre, che riguardano una multa, una tassa dei rifiuti non pagata, una bolletta del gas. etc. Da oggi, dicono i relatori, le cosiddette “cartelle pazze” non potranno essere possibili e si tratta proprio degli atti che maggiormente creano disagio tra le famiglie.





