Oliver Stone al “Taormina Film Fest”!

Come sappiamo è in corso attualmente, nello splendido Teatro Antico, il “Taormina Film Fest” che, per la sua seconda serata, poteva contare su un ospite direi “storico” come Oliver Stone.

E in effetti storico è stato anche il suo intervento al Festival. Già durante la lezione di cinema svoltasi nella mattinata il regista statunitense aveva invitato tutti i presenti a non perdere per nulla al mondo l’importante occasione di votare ai referendum, decidendo così di partecipare attivamente alla vita (politica) del Paese che lo ospitava. Ebbene, nel pomeriggio, ricevuta la buona notizia, è stato il primo a festeggiare!

(In)utile ricordare il percorso molesto e importuno che Stone ha voluto intraprendere fin da subito. Il suo è sempre stato uno stile aggressivo e polemico, teso a puntare il dito sulla Storia della madrepatria, a non dimenticarla, a non dissotterrarla, ma a portarla a galla, a guidicarla per trarne delle conclusioni.

Affronta da sempre a muso duro temi scottanti per l’America, come la guerra in Vietnam (dove ha combattuto come volontario dal 1967 al 1968) o l’omicidio di John Kennedy; è il primo regista statunitense riuscito nel suo tentativo di intervistare il leader cubano Fidel Castro, occasione da cui nascono “Comandante” e “Looking for Fidel“, o ancora, realizza un documentario sul presidente venezuelano Hugo Chàvez, intitolata “South of the border.

Legato da un profondo senimento di odio-amore verso la sua patria Stone non può fare a meno di parlare di lei, di analizzarla, anche di svergognarla. Ma il tutto, sempre con estrema difficoltà.


Nonostante ami definirsi più un drammaturgo che un regista politico, affrontando il problema al “Taormina Film Fest“, infatti ammette: “in America non è possibile fare film politici. Penso a “Salvador” o a “Comandante” e mi dico che negli Usa c’è il rifiuto di tutto ciò che riguarda l’America del Sud. Per fare un film politico da noi bisogna scrivere un dramma alla Hitchcock con un pizzico di Marx!”.

Ma il regista newyorkese non si arrende nemmeno di fronte all’evidenza, e se è vero che a breve inizieranno le riprese di “Savages” con Uma Thurman, Benicio Del Toro e John Travolta, è anche vero che le soprese non finiscono qui.

L’idea di Stone infatti è quella di realizzare un documentario sugli ultimi 112 anni di storia americana: “saranno dieci ore di televisione sulla storia del rapporto dell’America con gli altri continenti. L’Italia sarà molto presente, a partire dal sostegno al fascismo dopo la Prima Guerra Mondiale per arrivare alla disastrosa campagna anglo-americana in Sicilia durante la Seconda Guerra Mondiale”, comunica il regista al pubblico sbalordito. E continua: “All’ America si deve la divisione dell’Europa e la nascita della Nato. E l’Italia è stato uno dei primi paesi ad ospitare armi e missili, mentre oggi contribuisce alle guerre in Iraq e Afghanistan. L’Italia ha perso la capacità di ribellarsi alle operazioni di polizia degli americani”.

Impossibile ringraziare a dovere quest’uomo, che fa Cinema e fa Storia, che ha dato lustro al nostro Festival creando un irripetibile momento di confronto e di riflessione, oltre che sulla Settima Arte anche su di Noi.

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