Obama nei guai, Congresso lo denuncia su guerra in Libia

Si intensifica lo scontro tra la Casa Bianca e il Congresso USA, dove i Repubblicani sono maggioranza alla Camera dei Rappresentanti e godono anche di una forte influenza sul Senato, riuscendo a bloccare alcune decisioni del Presidente. Ieri, una pattuglia di parlamentari bipartisan, guidati dal Democratico Kucinich e dal Repubblicano Jones, ha denunciato il Presidente Barack Obama al Tribunale federale USA, per violazione del “War Powers Resolution” del 1973. Si tratta di una legge che impone al Presidente americano di chiedere l’autorizzazione preventiva al Congresso in caso di intervento militare. E comunque, entro le 48 ore successive all’intervento, vi deve essere una notifica ufficiale al Congresso sull’operazione in corso. Sempre secondo tale legge, l’intervento militare non può durare più di 60 giorni, senza espressa autorizzazione del Congresso, più altri trenta concessi per il ritiro delle truppe.

Nulla di tutto questo ha fatto Obama, il quale ora potrebbe dover dare spiegazioni ai giudici federali. Va rimarcato, in realtà, come Obama non sia il primo inquilino della Casa Bianca ad aver violato la risoluzione del 1973, il che certo non sarà una valida spiegazione per lui.

Ieri, dopo avere appreso della denuncia, Obama ha fatto emettere una nota in cui si spiega (grottescamente) che in Libia non vi sia in corso un’operazione militare, ma solo umanitaria. Inoltre, si spiega, che gli USA hanno partecipato a un intervento avallato dall’Onu.

Ma i guai per Obama non sono solo e tanto questi. Le difficoltà sono di natura politica, dato che ieri la Camera dei Rappresentanti ha bloccato i fondi per la guerra in Libia, con 248 voti a favore e 163 contrari. In sostanza, adesso Obama si troverà in una situazione abbastanza clamorosa, perchè potrebbe essere costretto a ritirare le sue truppe dal Mediterraneo, in mancanza di fondi per la missione in Libia.

Durissime le critiche, non solo dei Repubblicani, sulla missione voluta da Obama. I Congressmen hanno attaccato il Presidente, accusandolo di avere inviato truppe per la missione in Libia, non solo in violazione del “War Powers Resolution”, ma di fatto facendo in modo che la guida dell’intervento militare andasse alla Francia, verso cui gli USA avrebbero mostrato debolezza e un atteggiamento succube.

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