Ma da oggi tra PDL e Lega un altro show

I toni di ieri usati a Pontida sono stati certamente ultimativi, da parte del Carroccio, ma concilianti, nella prospettiva di andare avanti con il governo fino alla fine della legislatura. Lo ha detto chiaramente il Senatùr, che ha affermato di non volere regalare l’Italia alla sinistra con un colpo di testa. Certo, se le riforme non dovessero essere fatte, allora tutto cambierebbe, ma non ha certo frenato Berlusconi o il PDL le riforme, bensì l’ “amico” della Lega, quel Tremonti prima tanto amato e da ieri, almeno in pubblico, così fortemente scaricato, consapevoli i dirigenti leghisti che il ministro dell’economia è solo uno che fa perdere voti. Ad ogni modo, con ieri, si è chiusa forse definitivamente un’era, quella dell’alleanza PDL-Lega, con un PDL molto pronto a fare proprie molte delle proposte del Carroccio e disponibile a difendere a spada tratta anche certe “sparate” del Senatùr o dei suoi, il tutto finalizzato a tenere salda la coalizione. Ma in queste ultime settimane, il crescendo dei toni da parte del Carroccio, specie dell’ala che fa capo a Maroni e Calderoli, che aspirano più o meno apertamente a succedere all’eterno leader Umberto Bossi, ha creato una certa consapevolezza tra i dirigenti PDL, che han ben compreso come la Lega voglia giocare una partita tutta propria e che il primo partito d’Italia rischi di vedersi marginalizzato da un attivismo degli alleati, che ormai non guardano alla prospettiva dell’unità della coalizione.

E così, all’interno del PDL stanno crescendo le resistenze al leghismo, sebbene l’ordine di scuderia al momento sia di non esasperare i toni, al fine di preservare il governo e la tenuta della maggioranza. Non solo Alemanno e Polverini, dunque, si mettono di traverso alle proposte leghiste sul trasferimento al nord dei ministeri, ma anche lo stesso Alfano ha di fatto ricevuto mandato di ricucire i rapporti con i centristi, forse anche recuperando la parte più ragionevole di Fli. E va nella stessa direzione anche il tentativo di creare una costituente di destra, a cui starebbe lavorando Storace, ma anche ex An, al fine di recuperare un certo consenso travasato dalla destra nazionale alla Lega, tutto in funzione di una strategia di lento e graduale smarcamento dalla Lega.

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