Moody’s setaccia conti italiani, sotto osservazione aziende e enti locali

Sembra quasi un’ossessione, quella che Moody’s starebbe mostrando in questi ultimi giorni, riguardo al nostro Paese. L’agenzia internazionale di rating ha minacciato l’Italia di declassare il debito sovrano, alla fine della settimana scorsa, per via non tanto della situazione dei conti pubblici, quanto delle scarse prospettive di crescita, che non consentirebbero alla nostra economia di alleggerire il peso del debito, nel medio termine.

Ma non è bastato a Moody’s di porre sotto osservazione l’andamento deu conti pubblici nazionali, volendo vederci chiaro anche su altre dinamiche, come quelle degli enti locali, prendendo atto, si legge in una nota dell’agenzia, che il 30% delle spese italiane sono effettuate da regioni, province e comuni, per cui anche questi enti dovranno partecipare al processo di risanamento e 23 di loro sono stati posti sotto osservazione.

Si tratta delle seguenti regioni: Basilicata, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana, Veneto; delle seguenti province: Trento e Bolzano, Arezzo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Torino; e, infine, dei seguenti comuni: Bologna, Milano, Siena e Venezia.

Ma non è finita. In serata, la stessa agenzia ha comunicato di avere messo sotto osservazione anche i conti di importanti imprese pubbliche italiane. Si tratta di Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Terna. La stessa Moody’s conferma che tale atto si rende necessario, in considerazione della messa sotto osservazione dei conti pubblici italiani, essendo esse aziende legate allo stato.

E si ridimensiona, invece, l’allarme lanciato dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, che due giorni fa aveva parlato di rischio contagio anche per Belgio e Italia. Lo stesso Juncker ha smentito, precisando che si trattasse solo di un invito a non abbassare la guardia.

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