Anonymous attacca i siti del governo italiano

Dopo alcuni recenti attacchi che hanno coinvolto i siti del governo turco, gli hacker di Anonymous hanno attaccato il governo italiano, tramite i siti internet appartenenti a Silvio Berlusconi & Co. A quanto pare, l’attacco è stato solo simbolico visto che non sarebbero stati compromessi dati particolarmente sensibili, ma solo qualche indirizzo e-mail o qualche password.

Anonymous è famosa per attaccare tutte le organizzazioni che violano la libertà dei cittadini e questa volta arriva ad attaccare il Governo Italiano e in particolare il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Come si evince dal comunicato ufficiale inviato dai portavoce dell’associazione di hacker in Italia, l’attacco è stato solo simbolico e sarebbe stato effettuato a favore della “gente che soffre, per i malati, per i precari, per gli anziani, per i ragazzi senza un futuro. Siamo qui con un leggero cambiamento: non ci sono più sconti per nessuno”.

Successivamente è stato rilasciato un altro messaggio che mette in evidenza il motivo che ha spinto Anonymous ad attaccare nuovamente il Governo italiano, colpendo il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il suo partito. Secondo questa associazione di hacker, infatti, “i cittadini sono stufi delle sue promesse mai mantenute, del baratro nel quale il suo malgoverno ha fatto sprofondare l’Italia, dell’incolmabile distanza tra la politica dell’interesse, del suo interesse, e i bisogni dei cittadini”.

Il comunicato continua con pesanti accuse contro il Presidente del Consiglio che è stato accusato di essere alla “continua ricerca di nuovi modi per modificare la legge a suo piacimento, per i propri interessi o per eluderla, evitando i suoi processi”, con la conseguenza di aver ” contribuito a renderci agli occhi di tutto il mondo un paese ignorante e inaffidabile, capace di accettare qualsiasi cosa, come se avessimo perso anche la capacità d’indignarci”.

Vedremo se anche le autorità Italiane si metteranno subito al lavoro per scovare alcuni dei responsabili, come è accaduto in Turchia e in Spagna.

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