Il governo ottiene la fiducia per il decreto Sviluppo

La camera ha votato la fiducia al maxiemendamento del governo per lo sviluppo: 317 sì, 293 no e due astenuti. Il decreto ora passerà al Senato. Il decreto, qualora dovesse passare, imporrebbe dei limiti alle ipoteche, agli espropri della prima casa e alle ganasce fiscali. Sono previsti inoltre dei bonus per gli investimenti al Sud. Il decreto prevede inoltre: una stretta sulla rinegoziazione dei mutui da parte delle banche, alcune direttive sui precari nella scuola pubblica e la soppressione delle norme che istituivano il diritto di superficie per 20 anni sulle spiagge.

Il decreto prevede l’istituzione di un credito d’imposta per i lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati con un contratto a tempo indeterminato. Se i posti di lavoro creati non sono conservati per un periodo minimo di 3 anni o di due anni nel caso delle pmi e se vengono rilevate delle violazioni non formali, l’imprenditore è obbligato a restituire il credito d’imposta. Per quanto riguarda il bonus per gli investimenti al Sud, il decreto prevede un credito d’imposta automatico per le aziende che investono nel Meridione, che potrà però essere erogato solo nel limite delle risorse che verranno quantificate in un prossimo decreto. Sarà istituito un credito d’imposta anche per le imprese che finanziano attività di ricerca presso università o enti privati. Saltano le norme per il diritto di superficie sulle spiaggie, ma il decreto prevede l’istituzione dei distretti turistici sulle coste, che godranno di semplificazioni e agevolazioni fiscali.

Espropri ed ipoteche si effettueranno solo se l’importo complessivo del credito sarà superiore a 20mila euro. Questa norma vale solo per la prima casa, infatti se non si tratta della prima casa e l’iscrizione al ruolo non è più contestabile e il limite si abbassa ad 8mila euro. Per quanto riguarda i debiti inferiori a duemila euro, le azioni cautelari cominceranno solo dopo l’invio di due solleciti di pagamente a distanza di 6 mesi l’uno dall’altro. Inoltre lo “ius varandi” delle banche, cioè la possibilità di modificare i contratti unilateralmente varrà solo per i contratti futuri ed eventuali clausole in contratti di finanziamento di mutuo sottoscritti dalle imprese.

Il decreto, passato con una buona maggioranza di voti, per il ministro Alfano è un successo e motivo di “soddisfazione per la prova di compattezza della maggioranza, l’ennesima da settembre, che dimostra la solidità della stessa”.

 

 

 

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