Grecia, UE tratta con banche su ristrutturazione “volontaria”

Il clima resta sempre quello di un’eterna attesa, in una faccenda che si è resa più lunga e complicata del previsto. Due giorni fa, il governo Papandreou ha ottenuto la fiducia dal Parlamento, con 155 voti favorevoli su 300. E’ un primo segnale che va nella direzione di un’approvazione di un piano di austerità, che resta, comunque, ancora in dubbio.

I mercati sono cauti, perchè la fiducia a Papandreou è solo un primo passo, ma certamente va nella giusta direzione. La reazione c’è stata, sebbene contraddittoria: i titoli a due anni di Atene hanno subito un leggero decremento dei rendimenti, pari a un calo di 28 punti base, attestandosi al 28,24%. Qualche giorno fa, essi avevano valicato la soglia del 30%.

Tuttavia, a testimonianza che il rischio bancarotta continui ad essere considerato in crescita, la conferma arriva dai “credit default swaps” sui titoli di stato greci a 5 anni, in crescita di 57 punti base, attestati a 1900 punti. In sostanza, per assicurarsi dal rischio default della Grecia, bisogna spendere 1,9 milioni di euro su un capitale assicurato di 10 milioni. Basti pensare che se volessimo oggi assicurarci sulla stessa somma, ma di un capitale investito in titoli tedeschi, dovremmo sborsare non più di 50 mila euro.

E, intanto, si apprende che Italia, Francia, Germania e Olanda starebbero già trattando con le rispettive banche, al fine di trovare un accordo su una ristrutturazione “volontaria” dei titoli greci in loro possesso, con la possibilità di un rinnovo alla scadenza.

Un’eventualità, che l’agenzia di rating Fitch ha già confermato che sarebbe valutata come default. Pertanto, la UE, in queste ore, sfiderebbe i mercati, che rischiano di considerare un’ammissione di bancarotta le misure di accordo tra i governi e le banche.

Gestione cookie