Di Pietro, pronto a votare riforme con Berlusconi

Se le categorie della politica sembrano essere saltate da anni, in Italia, in ossequio a un presunto vento post-ideologico che ha travolto i partiti tradizionali e le loro ideologie otto- e novecentesche, c’era forse solo una certezza nell’Italia della Seconda Repubblica mai nata: da una parte ci stava Berlusconi, dall’altra la sinistra. Ma poichè la sinistra non ha mai avuto un leader stabile, nè un viso in cui identificarsi, l’anti-berlusconismo aveva assunto da una decina di anni il volto dell’ex magistrato di Mani Pulite, Antonio Di Pietro. Lo schema è andato avanti per un lungo lasso di tempo, ma nelle ultime settimane si starebbe rompendo in modo inaspettato e forse più in fretta di quanto si pensasse. Se da anni si dice che, una volta ritiratosi dalla politica Berlusconi, il destino politico di Di Pietro sarebbe quello della scomparsa, il fondatore dell’Italia dei Valori, annusando aria di declino personale e di voti, con una migrazione di interesse mediatico verso i lidi della sinistra ecologista e neo-comunista di Nichi Vendola, ha cercato di anticipare la cronaca politica, riposizionandosi in termini di prospettive.

Dopo avere predicato di votare ai referendum, in quanto il voto non era contro il governo, ma su quesiti specifici, dopo la vittoria schiacciante sui quattro temi proposti proprio da lui, non ha chiesto (unico, tra le opposizioni) le dimissioni del governo e del premier, ma ha invitato a proporre un’alternativa.

Adesso, dopo il clamoroso colloquio alla Camera tra lui e Berlusconi, Di Pietro non solo non fa passi indietro, ma anzi rincara la dose, se vogliamo, e in un’intervista al “Corriere della Sera” afferma senza indugi che sarebbe disposto a votare le riforme che il governo farà, se fossero nell’interesse del Paese, come la riforma fiscale e l’abolizione delle province.

Poi esprime sentimenti di “humana pietas” verso la persona del premier, il quale – dice Di Pietro – sarebbe una persona sola, circondato da cortigiani approfittatori, che sono pronti a tradirlo dopo avere mangiato con lui per anni.

Se non è una nemesi politica questa, non sappiamo cos’altro potrebbe esserlo. E il capo dell’Idv ha già ricevuto la benedizione di personalità vicine al mondo berlusconiano come Giuliano Ferrara, nonchè gli applausi di Cicchitto e Lupi.

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