Berlusconi, governo avanti fino al 2013

Sembra migliorato l’umore del premier, che ha sorpassato indenne la settimana più difficile che la politica gli aveva offerto da sei mesi a questa parte, da quando, cioè, la maggioranza resse l’onda d’urto violenta del passaggio dei finiani all’opposizione, sancita con il voto del 14 dicembre. La settimana appena trascorsa ha dato più di uno spunto al premier per potere un pò sorridere. Gli è stato votato il ddl sviluppo alla Camera, dove il centro-destra, per la prima volta dopo l’addio di Fini, ha ritrovato i numeri della maggioranza assoluta, arrivando a quota 317. Ma anche la verifica parlamentare gli ha mostrato l’appoggio solido della sua maggioranza, senza quegli sfilacciamenti, che dopo le amministrative e i referendum dei giorni scorsi, qualcuno un pò presagiva e temeva. Al contrario, si è divisa l’opposizione, che già unita non era. Bersani e il PD pare che abbiano perso l’alleato scomodo Antonio Di Pietro, il quale si è scagliato su di loro, in pieno dibattito sulla verifica parlamentare, non sparando contro il governo. E la novità più grossa riguarda proprio il leader dell’Idv, con cui il premier ha tenuto un colloquio nell’aula di Montecitorio, dai toni pacati e rilassati, seguito da dichiarazioni di svolta di Di Pietro, che parla di fine dell’anti-berlusconismo e strizza l’occhio ai moderati.

Certo, nessuno immagina anche nella fantasiosa politica italiana che Berlusconi e Di Pietro possano stare insieme, il fatto è un altro. Le opposizioni sono sempre più divise e dal versante più visceralmente anti-berlusconiano, rappresentato dall’Italia dei Valori, si lanciano segnali, in vista di un dopo, quando, cioè, Silvio non sarà più candidato premier.

Insomma, lo scenario sembra molto modificato e piuttosto rapidamente. Stupisce, inoltre, l’assoluta inconsistenza del Terzo Polo, che ha scavalcato persino Di Pietro nelle sue esternazioni contro il premier, limitandosi a chiederne le dimissioni, ma senza ricercare in alcun modo un avvicinamento con la maggioranza, anche sui singoli temi.

Casini attende nell’ombra in cui si è riposto la fine dell’epoca berlusconiana, mentre l’opposizione di Fini continua come quella dell’ultimo giapponese, ma senza onore, nè gloria, nè una prospettiva, in grado di assicurare a Fli un qualche riposizionamento da una parte o dall’altra. E neanche all’interno del famigerato Terzo Polo, Casini gradisce più di tanto i finiani.

Il rilancio dell’azione di governo potrebbe già avvenire con la presentazione della manovra di risanamento, a cui si collegano però misure di sostegno alla ripresa, come la riforma fiscale e le liberalizzazioni. Forse, l’estate 2011 potrà essere un punto di svolta per il futuro della politica italiana.

Impostazioni privacy