Così Lega rischia isolamento, altro che riscossa

Nelle ultime settimane la temperatura della Lega si è alzata considerevolmente, creando malumori con gli alleati, oltre che al suo interno e tra la base. Il motivo di tanta insoddisfazione è la delusione e la frustrazione per un governo che, a suo parere, non procederebbe con le riforme promesse, scontentando gli elettori del nord, che hanno tributato al Carroccio un successo clamoroso e crescente negli ultimi anni, ma non per questo eterno e gratis. I leghisti lo sanno e da qualche tempo scalpitano, cercando di mostrarsi autonomi dal governo e dalla figura di Berlusconi, con toni ai limiti della rottura, provenienti soprattutto dalle seconde e terze file del partito. Tuttavia, se questo espediente funzionava fino a tempo fa, oggi gli elettori non fanno distinzioni tra Lega e governo nazionale, dato che il partito di Bossi governa a pieno titolo e con quattro ministri e numerosi sottosegretari. Ma l’atteggiamento dei leghisti, che vorrebbero condividere solo gli aspetti popolari e i benefici dell’alleanza di governo, salvo cercare di mandare tutto al macero nei momenti di difficoltà, sta spazientendo anche il PDL, che fino ad oggi non si può certo pensare sia stato un grande freno alle iniziative della Lega.

La Lega si sente forte per il suo bottino di voti al nord, così come per la natura de-ideologizzata del suo partito. Insomma, i leghisti fanno intendere che se a Berlusconi non sta bene ciò che essi chiedono, possono trovare spazi altrove. Quello che non hanno, stavolta, forse capito gli uomini di Bossi (non tanto lui) è che, per come il partito si è caratterizzato in questi anni (immigrazione, federalismo fiscale, tagli spesa, rapporti con UE, sicurezza, etc), un’alleanza tra la Lega e la sinistra sarebbe inconcepibile agli occhi dei suoi elettori, per cui un’alleanza non vale l’altra per i nordisti, i quali avrebbero semmai solo la prospettiva di andare da soli.

Ma siamo sicuri che sarebbe poi così catastrofico per il PDL, se la Lega sbattesse la porta in faccia agli alleati? L’ addio delle camicie verdi al centro-destra farebbe tornare in auge una possibile con i centristi, forse Fini incluso, e con i movimenti che si vedono persino dalle parti di Di Pietro, la Lega rischierebbe di vivere in un isolamento dorato inconcludente, magari riuscendo a fare il pieno di voti, con parole d’ordine più dure e pure, ma senza riuscire a trasformarle in alcunchè, magari rischiando ancora un lento declino alla Fini. Per cui, sono sicuri i leghisti che sia poi così tanto conveniente per loro tirare così tanto la corda? Alla fine si spezza; è successo anche ieri a una festa della Lega!

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