La crescita delle retribuzioni è lenta e non tiene il passo dell’inflazione

Un Paese che non consuma è un Paese destinato ad auto-acuire la proprio crisi, ma precariato, retribuzioni inique e che crescono poco sembrano non lasciarci scelta. A maggio per esempio, non si registra nessun aumento delle retribuzioni per i lavoratori dipendenti in Italia: l’incremento su base annua resta quello dell’1,8%, come quello calcolato fino al mese precedente, ed inferiore al tasso d’inflazione (2,6%) su base tendenziale. Nella media del periodo gennaio-maggio 2011, l’inflazione è cresciuta del 2% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Il Codacons lancia un allarme molto duro: “Ormai è dal 2002 che gli stipendi e le pensioni restano al palo mentre i prezzi, le tariffe e le imposte continuano ad aumentare… Fino a che le retribuzioni continueranno a perdere potere d’acquisto è di tutta evidenza che i consumi continueranno a crollare“.

Comunque, entrando nel dettaglio di questi dati possiamo sottolineare come a maggio i dati migliori se li aggiudichino i settori tessili-abbigliamento, militari-difesa, forze dell’ordine, vigili del fuoco.

Non ce ne vogliano le forze dell’ordine, ma categorie necessarie alla crescita del nostro Paese, come l’Istruzione, o che costituiscono il motore dell’industria italiana, ad esempio quella dei metalmeccanici (che spesso svolgono anche occupazioni particolarmente alienanti e faticose), ma non solo quella, non possono essere considerate così poco, per giunta di fronte, restando in tema, alle spese per le missioni militari che gravano tanto ed ingiustamente sul nostro ingente debito pubblico.

Alla fine di maggio sono 4,5 milioni i dipendenti che non hanno ricevuto il rinnovo contrattuale della propria categoria di appartenenza, e non è poco se si considera che essi costituiscono ben il 34,7% del totale. Problema che non riguarda il settore agricolo, che non ha al suo interno dipendenti in attesa di rinnovo del contratto di categoria. Contratti collettivi aggiornati che coprono il 94,6% (anche se per esempio sempre per i metalmeccanici l’ultimo rinnovo contrattuale non è stato mai firmato né accettato dalla rappresentanza sindacale largamente maggioritaria della categoria, cioè dalla Fiom-Cgil) dei lavoratori per l’industria ed il 67,6% dei lavoratori dei servizi privati. I contratti della pubblica amministrazione sono infine scaduti e non rinnovabili, per tutto il triennio 2010-2012.

Tutti i dati di quest’articolo hanno come fonte le ultime rilevazioni dell’Istat.

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