Live: The Pains of Being Pure at Heart a Marina di Ravenna, 26 Giugno 2011

Unica data italiana del tour europeo dei The Pains of Being Pure at Heart, nella splendida cornice del bagno Hana Bi di Marina di Ravenna. L’ambientazione estiva sotto le stelle e con il mare Adriatico a pochi metri giova non poco all’atmosfera della serata, che inizia col botto con Belong, primo pezzo dell’ultimo album.  I cinque di Brooklyn dal vivo confermano la loro ottima reputazione: se su disco a volte la “carineria” delle loro miniature indie rischia di diventare un po’ monotona, nel contesto live il sound viene rinforzato, fino a generare un muro di distorsione che certo non ti aspetteresti da una band così pop.

Vengono passati in rassegna i cavalli di battaglia dei loro due album, con qualche puntata riservata a singoli e EP (“Higher than the Stars”, forse il miglior pezzo dei Cure non scritto dai Cure). La voce delicata di Kip Berman è abilmente supportata dai cori della tastierista Peggy Wang, mentre intorno a loro la sezione ritmica si dimostra abilissima nel tenere insieme anche i pezzi più frenetici (“Come Saturday”).  A farla da padrone ovviamente sono la melodia e le atmosfere anni ’80, ma quando la rigida struttura dei brani lo permette, la band accende la distorsione e le chitarre si cimentano in lunghi assoli, a metà tra My Bloody Valentine e Dinosaur Jr.

La gente assiepata nel poco spazio disponibile di fronte al palco apprezza la freschezza del quintetto, che in poco più di un’ora ha esaurito il set e si rifugia all’interno per una breve pausa. Nei bis c’è spazio per una versione di “Contender” suonata dal solo cantante, e per altri due pezzi.

Il gruppo di Brooklyn chiude tra applausi convinti, e la sensazione è che questa sera siano riusciti a far ballare anche i più scettici. Nonostante la distorsione, il loro sound è vera musica per sognatori, nella quale anche il rumore viene piegato alle esigenze della melodia. E cosa si può chiedere di meglio per una romantica serata sotto le stelle?

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