Francia, Aubry si candida a primarie socialiste

Iniziano a farsi seri i giochi per le elezioni presidenziali in Francia, che si terranno nel mese di maggio del 2012. A circa 10 mesi dalla sfida che vedrà il presidente in carica Nicolas Sarkozy correre per la riconferma, i socialisti del Psf non vogliono perdere tempo e già si preparano alle elezioni primarie. Per la prima volta nella loro storia, le primarie dei socialisti saranno aperte a tutti, non solo ai simpatizzanti, per cui la sfida interna si annuncia ancora più interessante e potrebbe riservare qualche colpo di scena. Hanno già annunciato la loro discesa in campo, per tentare di sfidare Sarkozy, François Hollande, ex segretario socialista; la già candidata alle presidenziali Ségolène Royal, ex moglie di Hollande; il candidato “no global” Arnaud Montebourg e Manuel Valls. Ieri, non a sorpresa, perchè era nell’aria, il segretario del Psf, Martine Aubry, ha ufficializzato la sua candidatura, attraverso un messaggio all’ex stazione merci di Saint-Sauveur, che poi è stato anche diffuso tramite il suo sito internet in una sorta di campagna all’americana, che a qualcuno ha fatto storcere il naso, considerandola uno stile un pò obamiano e un pò da spot commerciale USA.

Ad ogni modo, se si escludono i due outsiders, che difficilmente potranno impensierire i big del partito socialista, Montebourg e Valls, sono in corsa per le premarie tre candidati di peso, Hollande, Aubry e Royal.

Secondo i sondaggi, il favorito sarebbe Hollande, seguito da Aubry, e la Royal sarebbe ultima con non più del 13% dei consensi. A giocare contro l’ex candidata alle presidenziali, che nel 2007 aveva scaldato i cuori della gauche, è il già negativo risultato di quattro anni fa. Molti, infatti, tra la base socialista, la considerano fuori dai giochi, impossibilitata a vincere contro Sarkozy, dopo aver perso già.

Aubry gode il fascino della socialista in grado di rappresentare le istanze sociali della gauche. Fu ministro del lavoro del governo Jospin, tra il 1997 e il 2002 e a lei si deve la legge sulle 35 ore, che abbassò il tempo di lavoro di 5 ore per i lavoratori, sebbene sia stata superata dai fatti e non abbia favorito un solo posto di lavoro, come era nei suoi intenti.

La vera sfida, dunque, si dovrebbe giocare tra lei e Hollande e se ne dovrebbero vedere delle belle.

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