Napoli, autisti senza soldi: pm antimafia a casa con i mezzi pubblici

LeporeIn pullman, sulla circumvesuviana o in metropolitana, come dei normali cittadini: solo che proprio cittadini come tutti gli altri non sono. Sono i magistrati che combattono i clan camorristici del napoletano e del casertano, quelli che indagano sull’emergenza rifiuti e sulla P4 orchestrata di Bisignani; dovrebbero essere protetti e invece sono abbandonati a loro stessi per mancanza di soldi. Da un paio di giorni, infatti, gli autisti che dovrebbero accompagnare a casa i pm sotto tutela non fanno più straordinari: o alle 18 i pubblici ministeri lasciano l’ufficio e tornano a casa con loro, oppure più tardi sono costretti a vedersela da soli con tutte le conseguenza che sulla sicurezza questo comporta.

Da oltre un anno il ministero della Giustizia non paga più gli straordinari agli autisti che stufi di aspettare hanno deciso si svolgere solo il servizio ordinario. Scelta che può essere anche compresa ma che mette in difficoltà chi tutti i giorni combatte contro quella che il Procuratore Capo di Napoli, Giandomenico Lepore chiama “supermarket del crimine”. Una situazione che avvilisce lo stesso Lepore che dichiara che “dopo numerose sollecitazioni, dal ministero è arrivato un fax in cui è scritto che alla firma del ministro Tremonti c’è un provvedimento che dovrebbe consentire il pagamento degli straordinari. Non si sa se e quando Tremonti lo firmerà; ho girato il fax al dirigente generale e agli autisti, nella speranza di convincerli a tornare al lavoro: più di questo non posso fare”.

procura

Un problema serio che fa sbottare uno dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, impegnati in alcune indagine sui clan dei casalesi che, secondo quanto riportato da ‘Il Fatto Quotidiano”, ha dichiarato: “Dite a Peppe Setola e a Michele Zagaria (due boss del casertano) che, se mi cercano, possono trovarmi alla stazione della Circumvesuviana dalle 7 di sera. Non molto sicura per noi, ma almeno qualcosa che ancora funziona”. Una situazione paradossale che coinvolge anche il Procuratore Lepore: “l’altro giorno, per tornare a casa, ho dovuto farmi prestare un’auto dai carabinieri. Per una volta si può fare, ma non può essere questa la soluzione. Anche i carabinieri di auto ne hanno poche”.

 

 

 

 

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