Altro che superbollo, la manovra mette le mani in tasca a milioni di pensionati

Ieri era ancora il tempo delle battute, con Silvio Berlusconi che al Consiglio nazionale del Pdl (quello che ha ratificato la nomina di Angelino Alfano come suo successore) scherzava parlando di “un certo Giulio Tremonti” che lo aveva “ricattato” per costringerlo ad inserire nella manovra economica un superbollo per le auto di grossa cilindrata (oltre 225 kw), una misura che comunque riguarderà un numero irrisorio di italiani benestanti. Ma è per ben altro, forse, che sarebbe il caso di dire qualche seria parola di giustifica: prevista infatti la mancata rivalutazione per il 2012 e 2013 delle pensioni da 2.380 euro al mese, mentre per altre più basse, tra 1.428 e 2.380 euro mensili, la rivalutazione per l’inflazione sarà decurtata e si fermerà al 45%. Ancora, dal 2014 l’allungamento dell’età minima di pensione salirà di almeno tre mesi anticipando il cosiddetto “agganciamento automatico” alle aspettative di durata della vita.

Norme che riguarderanno, secondo le prime stime, dai 5 ai 13 milioni di famiglie, anche monoreddito, e che hanno suscitato un coro di reazioni negative. Chiede una immediata correzione di rotta Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl (e non certo celebre per le sue posizioni antigovernative) che spiega: “La norma della manovra economica rende ancora più vulnerabili quei pensionati che negli ultimi quindici anni hanno già visto ridursi il potere di acquisto delle loro pensioni. E’ una palese iniquità, un provvedimento ingiusto e socialmente non sostenibile“.

Il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, non appare meravigliato, sottolineando che come al solito il governo era partito con annunci ricchi di “effetti speciali” legati ai tagli dei costi della politica ma invece “quando uno osserva il contenuto vero capisce che si tratta della patrimoniale sui ceti medio bassi del nostro Paese. È la patrimoniale sui poveri“.

Secondo Stefano Fassina, responsabile per il Pd di Economia e lavoro, il taglio riguarderebbe addirittura le pensioni da “1.400 euro lordi, cioè 1.000 euro netti” una misura che si aggiunge ai nuovi ticket sanitari a loro volta caricati maggiormente su chi ne usufruisce di più, sempre i pensionati. Fassina sottolinea ancora un’altra misura in manovra: “l’aumento da 34 a 120 euro del bollo sui titoli a partire dai 1.000 euro investiti, ossia per i piccoli risparmiatori spesso anziani” e conclude ricordando i 10 miliardi di tagli a Comuni, Province e Regioni “che hanno già avvisato che saranno costretti a tagliare i servizi sociali e assistenziali“.

Per il terzo polo parla Nino Lo Presti, capogruppo di Fli in commissione Bilancio alla Camera, che critica i tagli alle pensioni che “creeranno ancora più disagio nelle fasce più deboli” mentre Gian Luca Galletti, vicepresidente dei deputati dell’Udc gli fa eco: “Dopo tante promesse non c’è in questo provvedimento nulla per la famiglia. Sono sempre i soliti noti a pagare, i più deboli”.

Italia Futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, boccia senza appello la manovra, pur scrivendo che “non era realistico aspettarsi qualcosa di più o di meglio” e sollecita le opposizioni ad un confronto costruttivo. Entrando nello specifico però, commenta aspramente le “ridicole prese in giro sui costi della politica, dove si annunciano misure puramente simboliche“.

Impostazioni privacy