Nodo alleanze a sinistra e destra, due anni di giochi aperti

Mancano quasi due anni al prossimo appuntamento elettorale per le elezioni politiche del 2013, quando forse il panorama potrebbe essere sconvolto dall’assenza alla corsa per la premiership del protagonista assoluto della mai nata Seconda Repubblica, Silvio Berlusconi. Se ancora Alfano, dal palco dell’Auditorium, si rivolgeva al premier, sostenendo che egli solo sarebbe stato il candidato per Palazzo Chigi anche nel 2013, in realtà ciò sembrava più un doveroso ringraziamento all’uomo che aveva reso possibile la sua scalata repentina nel partito, con la proclamazione a segretario del PDL. Il sentore comune è che Silvio non si presenterà alle prossime politiche come candidato premier, ma certo no si ritirerà a fare il nonno, per usare un’espressione di prodiana memoria. E’, invece, molto probabile che egli si concentrerà a fare sia da padre nobile del centro-destra, sia a riorganizzare il suo PDL, la cui struttura organizzativa sul territorio nazionale è semplicemente inesistente. Un problema si pone alla coppia Berlusconi-Alfano, sin dall’immediato: con chi allearsi nel 2013?

Sin dal suo primo discorso da segretario, Alfano ha avanzato la proposta di una federazione di tutte le forze aderenti al PPE, quindi, con l’UDC di Casini. La reazione è stata fredda, ma ciò non è poco, perchè dal 2008 ad oggi, ad ogni tentativo di lusinghe da parte del centro-destra, Casini ha sempre risposto picche. Non poteva certo sbracciarsi d’un tratto, per il solo fatto che a proporre la cosa fosse Alfano, ma è chiaro che nei prossimi diciotto mesi si andrà verso la ricerca di un accordo con l’UDC, che ha tutto l’interesse a farsi corteggiare il più possibile, per cedere magari solo in vista delle politiche.

Diversa è la situazione del PD, che starebbe sempre più perdendo Di Pietro e il suo IdV2, dato che questi si starebbe spostando più al centro, alla ricerca di una via moderata per la propria sopravvivenza politica. Resta Sinistra e Libertà di Nichi Vendola, in forte risalita nei sondaggi e che può vantare un presidente di regione (Vendola, in Puglia) e un sindaco a Milano (Giuliano Pisapia).

Di certo, però, non giova al PD la faccenda degli scontri in Val di Susa sulla Tav, i cui lavori per l’alta velocità sono fortemente avversati dalla sinistra estrema, che Nichi Vendola interpreta. Gli stessi interventi di condanna delle violenze da parte di Napolitano mettono in difficoltà un PD che rischia di trovarsi schiacciato un pò troppo a sinistra, con una fuga dell’elettorato moderato.

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