USA, Timothy Geithner verso le dimissioni

Politica americana in subbuglio, con in vista le elezioni presidenziali dell’anno prossimo, i cui preparativi da una parte e dall’altra sono già in atto da settimane. Questa volta non sono le primarie dei Repubblicani a fare discutere, ma uno degli uomini più importanti dell’amministrazione di Washington, un alter ego di Barack Obama, viso stesso della sua squadra. Il suo consigliere economico Timothy Geithner sarebbe in procinto di dimettersi, come ormai molte fonti ben radicate nel mondo politico rilanciano. Il motivo delle dimissioni sarebbe la difficile trattativa con i Repubblicani, contrari alla sua richiesta di innalzare il tetto del debito, oggi già a 14300 miliardi di dollari. Geithner avrebbe così preso atto dell’impossibilità di andare avanti, dato che vi è il serio rischio di un default tecnico, ossia il governo federale non potrebbe più ripagare gli investitori, non avendo l’assenso del Congresso a pagare. In realtà dietro le prossime dimissioni di Geithner c’è il fallimento dell’amministrazione Obama in materia economica, con una disoccupazione sopra al 9%, una crescita già dimezzatasi rispetto all’anno scorso e che ora viaggia sull’1,8%, un’inflazione in risalita e un deficit federale spaventoso, al 10% del pil, così come fa paura anche l’immenso debito, pari al 100% del pil; non ultimo, il persistente deficit commerciale.

Le critiche verso la politica economica di Obama, che ha persino molto beneficiato delle misure accomodanti della Federal Reserve, peraltro già in esaurimento, sono crescenti negli USA e iniziano ad essere bipartisan, tanto che sarebbero alla base della crisi di popolarità del presidente USA nei sondaggi, che lo darebbero persino sconfitto contro un rivale Repubblicano.

Il fallimento della politica economica del presidente e della sua amministrazione è dimostrato non solo dai numeri, ma anche dal fatto che non c’è più nessun consigliere economico, a parte Geithner, dentro l’amministrazione, tra quelli che hanno iniziato con la presidenza Obama nel gennaio del 2009.

Basterà la rimozione del volto della politica di Obama in economia a fargli risalire la china nei sondaggi? Difficile e prematuro dirlo, ma la Casa Bianca ha compreso che le cose si starebbero mettendo male, con il rischio di un “double dip”, una ricaduta nella crisi, che a quel punto metterebbe in serissimo pericolo la rielezione di Obama.

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