Caso Papa, oggi primo test per Alfano

Lo dicono in molti e lo sa il diretto interessato. Oggi, con la decisione sul caso Papa, il neo-segretario del PDL, Angelino Alfano, sarà chiamato a un importante test, il primo della sua leadership. Non poteva essere argomento più spinoso per il ministro della giustizia quello su cui dovrà esprimersi per la prima volta da segretario del partito. La giustizia è questione spinosa e rievoca sentimenti e situazioni politiche molto accese. Ma un vero leader lo si vede dalla capacità di assumersi una responsabilità anche importante, grande. Oggi Alfano dovrà dimostrare se veramente potrà essere il segretario del PDL o piuttosto, come il PD ironizza, il segretario di Berlusconi. Una decisione in un senso o nell’altro non potrà che essere ugualmente dolorosa. Ma il discorso all’Auditorium che ha pronunciato dopo la sua proclamazione ha caricato la sua stessa azione di questi giorni di attese, con quella frase sul “partito degli onesti, non di chi ha soldi”. Ma procediamo con ordine.

Alfonso Papa è un deputato PDL, su cui incombe la richiesta di arresto dalla Procura di Napoli per vari reati, tra cui rivelazione di segreto d’ufficio e concussione. Papa si definisce estraneo ai fatti e in Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera egli esporrà le sue ragioni.

Tuttavia, le opposizioni sarebbero compatte nel dare il via libera all’arresto, la Lega ha fatto intendere che dovrebbe concedere anche gli arresti alla Procura, mentre il PDL non si è ancora ufficialmente espresso, sebbene al momento prevalga la linea di una difesa d’ufficio, da parte dei dirigenti del partito.

Tuttavia, sia in Giunta che tra i deputati alla Camera, molti nel PDL sarebbero per il sì, ossia per fare arrestare Papa. C’è anche il tentativo di farlo dimettere, evitando l’imbarazzo al partito. Alfano stesso sarebbe tentato di cercare un’intesa per il sì agli arresti che sancirebbe ufficialmente la nuova linea politica, che poi egli ha riassunto in quella frase pronunciata all’Auditorium, rivolgendosi al premier, in cui chiariva che nel PDL non tutti sarebbero perseguitati come lui.

Uno dei coordinatori del PDL, Ignazio La Russa, avrebbe anche palesato l’ipotesi di una libertà di coscienza, non essendo nè il partito, nè la maggioranza vincolati a questioni del genere. Il caso Papa potrebbe essere il primo scossone di un cambiamento d’immagine del partito di maggioranza.

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