Manovra, tagli dolorosi e necessari

In queste settimane, tutti chiedono al governo rigore finanziario, per centrare l’obiettivo del risanamento economico, con il pareggio di bilancio, che dovrebbe essere raggiunto nel 2014. Ma dal dibattito in corso, non si capisce come si intenda raggiungere tale traguardo, se si protesta contro qualsiasi taglio alla spesa pubblica.

La politica è politica. Di certo, non sempre le ragioni del consenso politico possono coincidere con quelle fredde della ragioneria dello stato. Questo è un fatto noto, non solo in Italia. Ma il dibattito sulla manovra finanziaria da 47 miliardi è l’ennesima prova del clima avvilente che l’Italia vive da decenni.

Si chiede al governo rigore, ma non si vuole che esso tagli da nessuna parte, nella speranza di lanciare il messaggio che tutto possa essere risolto con i tagli ai costi della politica (che a parole, tutti vogliono). Tremonti ha impostato una manovra, gli deve essere riconosciuto, di certo molto perfettibile, che non lascia contenti laddove prevede di aumentare l’imposta sulle rendite finanziarie o la tassa sui Suv, ma complessivamente, la manovra da 47 miliardi sembra essere equamente rigorosa, nel senso che, a differenza di quanto accade altrove, taglia senza creare macelleria sociale.

Si è intervenuti sulle pensioni, ma in modo molto soft e graduale sull’età pensionabile delle donne, come mai alcun governo avrebbe meglio potuto favore, in favore delle lavoratrici. Si sono parzialmente bloccate le rivalutazioni delle pensioni, ma solo alle fasce medio-alte della platea dei pensionati. I sindacati protestano, ma anche i pensionati più benestanti devono contribuire al risanamento. Non si sta parlando certo di chi vive con la pensione minima e il blocco delle rivalutazioni è solo temporaneo.

E forse mai possibile che in Italia solo alcune categorie siano beneficiarie dei cosiddetti “diritti acquisiti”? Si veda quanto accade altrove e si eviti il piagnisteo continuo di chi vorrebbe che a risanare i conti dello stato fosse solo il vicino di casa.

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