Rifiuti, l’appello di Berlusconi fuori tempo massimo

Un appello è meglio che niente: lo slogan forse piacerà a Berlusconi, abituato ad una vita fatta di motti pubblicitari, ma non aiuterà certo in maniera concreta a risolvere l’emergenza rifiuti in Campania. Un appello infatti non è un decreto, uno di quelli fatti nell’interesse della popolazione e non del partito politico di turno.

Il Presidente del Consiglio forse lo sa pure, magari si rende conto che il testo sui rifiuti emanato dall’esecutivo non è risolutivo; d’altronde ha ascoltato le parole di Napolitano, l’invito del Capo dello Stato (che di più non può fare) a mettere in pratica interventi più concreti, ha preso nota e ha deciso di raccogliere la richiesta del Presidente della Repubblica con la diffusione di un appello, un invito a tutte le Regioni affinché “concorrano a una soluzione del problema dei rifiuti in Campania”. Nella nota del premier si parla di situazione che “ha assunto il carattere di una vera emergenza nazionale tale da richiedere ogni forma di collaborazione e solidarietà a livello sovraregionale così da alleviare le sofferenze della popolazione napoletana. E mi auguro che l’esempio dato da alcune Regioni, con la concessione dei nullaosta per il trasferimento dei rifiuti, venga presto imitato”.

“Solo” con quattro giorni di ritardo, il premier si accorge quindi che quella che stanno vivendo i cittadini campani è una situazione che riguarda tutta la nazione, ora che è stato approvato un decreto che accontenta solo la Lega ci si accorge che uno stato unitario può dirsi tale solo se è fondato sulla solidarietà tra le diverse aree del paese.

Forse troppo tardi e per fortuna che al sentimento di unità nazionale avevano fatto già appello 14 presidenti di Regione e il presidente della Provincia autonoma di Trento che in una nota congiunta si dicevano disponibili ad aiutare Napoli e la Campania perché quella dei rifiuti è “un’emergenza nazionale”; 14 Regioni pronte a farsi carico della crisi dei rifiuti a patto però che il governo dica “se ritiene giusto e necessario che tutte le Regioni intervengano per affrontare questa emergenza nazionale e, di conseguenza, se per questo obiettivo intenda impegnarsi”. E di certo i governatori che hanno firmato il comunicato pensavano a qualcosa di più dell’appello di Berlusconi, qualcosa di concreto, qualcosa come un decreto che tuteli gli interessi del paese e non che difenda la maggioranza dai capricci della Lega.

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