Sicilia, proteste davanti Ars contro troppi deputati indagati

Questa mattina a Palermo davanti alla sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, in cui si tiene una seduta, è stata indetta una protesta con tanto di striscioni per manifestare la propria indignazione contro la diffusa illegalità che si insinuerebbe tra i 90 deputati siciliani (qui i consiglieri regionali sono chiamati deputati). Ben 27 di loro risultano indagati dalle varie Procure dell’isola per reati più o meno gravi. Un’indignazione che sembra essere esplosa dopo che pochi giorni fa l’Ars ha salvato a maggioranza il seggio del deputato Pid Santo Catalano, il quale era stato condannato per abusivismo edilizio. Tuttavia, i reati contestati a molti dei deputati alla Regione Sicilia sono più gravi. Solo in questa quindicesima legislatura, iniziata nel 2008, sono quattro gli onorevoli arrestati. I reati loro addebitati vanno dal tentativo di concussione al concorso esterno in associazione mafiosa, tangenti, etc.

Al di là dei singoli casi, per i quali andrebbe evitato un atteggiamento forcaiolo, dovendosi tenere i processi nelle aule di Tribunale e non sulla stampa, ciò che spinge oggi diversi manifestanti della società civile a protestare contro il Parlamentino siciliano è, in realtà, un sentimento diffuso di malcontento contro una politica siciliana del tutto insensibile alle richieste della società civile riguardo a una maggiore trasparenza sia dei candidati che dei partiti.

Il trasformismo quotidiano, con frequenti passaggi da una parte all’altra tra gli schieramenti, oltre a esiti palesemente fallimentari nell’azione delle varie giunte che si susseguono in modo inconcludente, portano a un’esasperazione degli elettori siciliani che si è espresso nelle ultime tornate delle elezioni europee con un forte astensionismo.

Si pensi che dal 2008 ad oggi, il governatore Raffaele Lombardo ha cambiato la sua giunta quattro volte e si accinge a farlo per la quinta volta, forse dopo l’estate. Si è passati da una maggioranza bulgara di centro-destra a un’inedita coalizione tra Terzo Polo e PD.

Gli assessori si susseguono senza un progetto e senza una prospettiva di governo, così come i deputati siciliani hanno ottenuto il poco invidiabile primato di consiglieri regionali che lavorano di meno, essendo arrivati a riunirsi in questa legislatura anche solo per qualche ora l’anno, ma godendo delle retribuzioni più alte d’Italia, con pacchetti di benefits che nulla hanno da invidiare a quelli dei parlamentari nazionali.

Indignati o meno, non cambierà nulla nella gattopardesca Palermo, oggi. La mediocrità della classe politica isolana non le consente di avere una qualche minima sensibilità dinnanzi ai diffusissimi malcontento e rabbia dei siciliani. Solo una vera rivoluzione potrebbe portare a un cambiamento, di cui oggi non si avverte nemmeno il principio.

 

 

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