Live: The National & Beirut @ Ferrara Sotto Le Stelle – 5 Luglio 2011

Piazza Castello sold out per l’unica data italiana di Matt Berninger e soci, reduci dal successo dell’ultimo album High Violet, che ha venduto più di mezzo milione di copie in tutto il mondo. I National confermano dal vivo il loro momento di grazia, con un concerto intensissimo, che ha lasciato a bocca aperta i quasi 5000 fan accorsi da tutta Italia

Ma andiamo con ordine: a salire sul palco per primo è l’ospite d’eccezione Beirut, che coglie l’occasione per presentare in anteprima i pezzi del nuovo album The Rip Tide, in uscita a fine agosto. Zach Condon, accompagnato da fisarmonica, ukulele, xilofono e fiati, conferma quanto di buono già si sapeva: un talento compositivo notevole, con arrangiamenti scarni ma che riescono a far ballare il pubblico dall’inizio alla fine. Le canzoni nuove sembrano abbandonare l’ispirazione “balcanica” e malinconica degli inizi, mettendo invece in mostra un’inedita vena pop, sicuramente più adatta al clima estivo del concerto. Tra i brani hanno convinto in particolare la rodata “Postcards from Italy” e il nuovo singolo “East Harlem”.

Ma per quanto positiva l’esibizione di Beirut, al confronto con i National, saliti sul palco verso le 22, Condon e compagni sembrano subito scolaretti in gita: bastano infatti pochi secondi dell’iniziale “Runaway” per cancellare il ricordo dell’esibizione precedente.

La band dal vivo risulta molto più coinvolgente rispetto a quanto messo su disco, con un sound avvolgente e curatissimo che carica di pathos sia i pezzi più movimentati (“Abel”, “Squalor Victoria”) sia le ballate (“Green Gloves” e “England” su tutte). Il resto ce lo mette Matt Berninger con la sua presenza scenica e il suo baritono profondo, in grado di ricordare i momenti migliori di Nick Cave e Tindersticks.

Moltissimi gli highlights: dalla hit “Bloodbuzz Ohio” piazzata a tradimento quasi a inizio concerto, alla doppietta “All The Wine”/”Apartment Story”, fino al finale di “Fake Empire”, arricchita dalla presenza di Zach Condon e Kelly Pratt dei Beirut. Per il bis Berninger e soci scelgono una vecchia b-side (“Driver, Surprise Me“) per poi lanciarsi in una rabbiosa performance di “Mr. November”, durante la quale il cantante passeggia tranquillamente tra la folla della piazza. Gran finale poi con “Terrible Love” e la versione a cappella (cantata dall’intera piazza) di “Vanderlyle Crybaby Geeks”.

Quando tutto è finito resta la sensazione di aver assistito ad una band pronta per fare il grande salto dal mondo indie a quello mainstream, come è successo agli Arcade Fire lo scorso anno. Difficile fare previsioni di questo genere, ma quando il gruppo ha scherzato paragonando l’inizio di “Sorrow” ad una canzone degli U2, il confronto è sembrato azzeccato. Quanta strada è passata dai tempi in cui, come ha ricordato Berninger, vennero in Italia con un pulmino, suonando per 20 persone!

Impostazioni privacy