Ora Silvio e PDL vadano dritti e aprano all’UDC

L’ultimo strappo della Lega Nord risale a ieri, quando il Ministro Calderoli, in queste settimane preso da una logorroicità mai vista prima, ha avvertito che il rifinanziamento delle missioni all’estero non ci deve essere. Una questione che proprio ieri era stata affrontata dal Consiglio di Difesa, presieduto dal Presidente Napolitano, in cui si era deciso di contribuire, anche su questo versante, al risanamento della finanza pubblica attraverso una ridisegnazione dei contingenti all’estero, un modo come un altro per dire che si diminuirà il numero dei militari in missione all’estero, oggi pari a 7300. Ma il taglio non basta alla Lega, che chiede uno stop senza esitazione al rifinanziamento della missione in Libia, il che ha tutto il sapore di creare una vena polemica con il PDL e il premier per aggiungere tensione a tensione. Non è affatto sbagliato, forse, quanto la Lega chiede all’esecutivo, ma è evidente che non possano essere accettati i toni ultimativi con cui il Carroccio nelle ultime settimane esprime le sue posizioni: o così o crisi. La nuova deriva guerrafondaia della Lega contro il governo a cui appartiene non può più essere tollerata dal premier Berlusconi, il quale si è detto più volte in questi giorni stanco degli alleati di governo e molti nel PDL credono che questa nuova linea del partito di Bossi sia stata concordata con Tremonti, che vuole a tutti i costi una crisi della maggioranza, per giocarsi una partita tutta personale, magari aspirando a guidare un governo di responsabilità nazionale, come i centristi da tempo chiedono.

Per questo Berlusconi non dovrebbe perdere più tempo e capire che ormai l’alleanza con la Lega Nord non può durare, se non al massimo fino alla fine della legislatura. Sono i leghisti che non vogliono stare con il PDL e allora li si accontenti, se è ciò che desiderano. Il Carroccio non potrà che andare da solo, perchè sarebbe ridicolo presentarsi con la sinistra: anche in politica esiste un minimo di decenza e gli elettori non lo seguirebbero.

Il premier può mettere gli alleati davanti alle loro responsabilità, utilizzando il canale di dialogo di Alfano con l’UDC, per recuperare il partito centrista di Casini, in vista delle prossime elezioni politiche. E’ evidente che non si possano accettare i diktat della Lega e il PDL dovrà, d’ora in avanti, esprimere il profilo di un partito in grado di fare sentire il proprio peso nell’alleanza, anche a costo di aprire una crisi. Le bizzarrìe dei leghisti fanno solo perdere consensi.

 

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