Liberalizzazione delle Professioni: riuscirà un Governo prima o poi a sconfiggere Caste e Poteri Forti?

Un sentimento di gioiosa speranza pervade gli italiani, giovani e meno giovani più informati: la questione della liberalizzazione delle Professioni è tornata sul tavolo della politica attuale. Si pensava all’inizio che tale riforma potesse essere contenuta addirittura all’interno dell’ultima manovra fiscale, quindi attuabile quasi subito, tale da abolire diversi ordini professionali (esclusi notai, architetti, avvocati…), come quello dei commercialisti, psicologi e quello dei giornalisti. Poi le urla immediate dei Poteri Forti, di quelle caste che si spacciano da sempre per ordini professionali, con l’unico scopo di rendere le professioni costose in termini di tempo e soldi nella fase di preparazione ed esercizio, quindi accessibili solamente ad alcune persone, e tale da rendere più complicato il lavoro ai figli di non professionisti, ha fatto stralciare tutto.

Ma una legge delega e la probabile istituzione di una Commissione presso il Ministero di Grazia e Giustizia, che conterrà al suo interno anche membri dell’OCSE e dell’UE, ha ridato vigore alle attese di chi sta studiando ora all’Università o di chi già laureato da diversi anni, potrebbe vedere trasformato in più democratico l’accesso alle professioni.

La nuova Commissione dovrebbe infatti occuparsi dell’abolizione di tutti gli ordini questa volta, senza eccezioni: non ci sarà più Esame di Stato e la somma laurea più tirocinio diverrà completamente abilitante, con il tirocinio stesso che potrà essere svolto, almeno in parte, all’interno della carriera universitaria, facendo risparmiare tanto tempo prezioso ai nostri studenti.

 

Si potrebbero abolire anche le tariffe minime e la concorrenza, con tanto di competitività dei servizi offerti, migliorerà e renderà gli stessi meno cari a tutti i cittadini.

Succederà il miracolo? Sarebbe una riforma epocale per l’Italia e l’Europa tutta (basti pensare che per quanto riguarda la carriera da avvocato, la Spagna ha introdotto proprio di questi tempi l’Esame di Stato).

Ripeto, contro certe lobbies, in Italia come in tutto il Mondo, è difficile vincere, ma chissà che per una volta il nostro ottimismo non renda il Bel Paese un esempio da imitare, nella speranza che, ovviamente, il tutto non si riduca ad una riforma come quella Bersani di qualche anno fa, utilissima per favorire la concorrenza in molti settori e servizi ma che, a dispetto delle promesse della vigilia, non ha né garantito un guadagno minimo ai tirocinanti, né liberalizzato alcuna professione: non ce ne vogliano i diretti interessati, ma la liberalizzazione di professioni come quella di guida turistica (che poi anche oggi bisogna comunque essere iscritti ad un albo per esercitare) o facchino, costituiscono soltanto qualcosa di estremamente insufficiente e buffo: una vera goccia in un Oceano!

 

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