Biotestamento, la Camera approva tra le polemiche

La Camera dei Deputati ha approvato ieri il disegno di legge sul biotestamento: 278 i sì, 205 i no, 7 gli astenuti; il testo, che dà l’lutima parola ai medici circa la sospensione dei trattamenti sanitari, dovrà ora ritornare al Senato in terza lettura prima di avere il via libera definitivo. Soddisfazione è espressa dalla maggioranza che ha avuto il sostegno anche dell’Udc mentre forti critiche al provvedimento sono state espresse dall’opposizione che parla di testo “oscurantista” che “toglie la libertà di scelta ai cittadini”.

Il testo uscito dalla discussione di Montecitorio presenta alcune modifiche rispetto a quello approvato dal Senato; uno dei cambiamenti più importanti riguarda il fatto che la dichiarazione anticipata di trattamento (DAT) non sarà più vincolante per i medici ma sarà solo orientativa. Per poter essere valida la Dat dovrà essere stata redatta soltanto nelle forme previste dalla legge (con l’istituzione di un registro telematico nazionale con un archivio unico di cui sarà titolare il ministero della Salute) e al suo interno potranno essere indicati solo i trattamenti che si desidera ricevere. Secondo la norma non sarà possibile sospendere alimentazione e idratazione artificiali, salvo casi eccezionali (quando il paziente non è in grado di assimilarli e quando risultano non essere efficaci). Altro passo importante del provvedimento uscito dalla Camera è che la DAT potrà essere applicata soltanto in caso di “accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale”.

Proprio questo punto è criticato dai medici, con il presidente dell’Associazione degli anestesisti-rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi) Vincenzo Carpino che chiede al ministro della Salute Fazio di chiarire “gli aspetti medico-scientifici della legge sul Biotestamento appena approvata, altrimenti la normativa, da un punto di vista pratico, risulta essere inapplicabile”. Critiche arrivano anche da Beppino Englaro, il padre di Eluana, dalla cui vicenda è nata la discussione sul testamento di fine vita: “È una norma incostituzionale: nessuno, né lo Stato né un medico, può disporre della salute di un cittadino.” Dello stesso avviso Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale che definisce il testo “una legge schifezza” e  il presidente del Partito Democratico Rosy Bindi secondo cui “prima di questo provvedimento la dichiarazione anticipata di volontà non era regolata, ora è impedita”.

 

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