Mafia, rinvio a giudizio per il ministro Romano

La Procura di Palermo ha richiesto il rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa del ministro dell’Agricoltura Francesco Saverio Romano: il provvedimento è stato firmato dal pm Nino Di Matteo e dall’aggiunto Ignazio De Francisci e arriva dopo che la settimana scorsa il Gip Giuliano Castiglia aveva rigettato la richiesta di archiviazione e chiesto l’imputazione coatta per il ministro. Ora la richiesta di rinvio a giudizio sarà esaminata dal gup che dovrà fissare la data dell’udienza preliminare entro due giorni.

Secondo quanto scrivono i pm nella richiesta di rinvio a giudizio, Romano avrebbe avuto rapporti con diversi esponenti dei clan mafiosi e avrebbe favorito tramite il suo ruolo politico il rafforzamento dell’associazione mafiosa e la sua infiltrazione nei palazzi del potere:  “Nella sua veste di esponente politico di spicco, prima della Dc e poi del Ccd e Cdu e, dopo il 13 maggio 2001, di parlamentare nazionale – si legge nel provvedimento – Romano avrebbe consapevolmente e fattivamente contribuito al sostegno e al rafforzamento dell’associazione mafiosa, intrattenendo, anche alla fine dell’acquisizione del sostegno elettorale, rapporti diretti o mediati con numerosi esponenti di spicco dell’organizzazione tra i quali Angelo Siino, Giuseppe Guttadauro, Domenico Miceli, Antonino Mandalà e Francesco Campanella”.  Uno dei passaggi più importanti della richiesta di rinvio a giudizio è il ruolo giocato dal ministro nella candidatura di Mimmo Miceli, poi condannato per mafia, alle Regionali del 2001 su invito del boss Guttadauro, e nell’opera compiuta per accreditare gli stessi Miceli e Guttadauro “quali interlocutori da ascoltare nella gestione degli equilibri politici all’interno e all’esterno del Cdu”. Infine Romano, insieme a Totò Cuffaro, avrebbe inserito Giuseppe Acanto nelle liste dei candidati del Biancofiore sempre nel 2001 “nella consapevolezza di esaudire i desideri del capomafia Nino Mandalà”.

Gli avvocati del ministro dovranno ora decidere se richiedere il rito immediato  e quindi far svolgere il processo solo con gli elementi raccolti finora, gli stessi che avevano portato la Procura di Palermo a chiedere l’archiviazione del caso. Intanto dall’Italia dei Valori arriva la richiesta di dimissioni: “Il ministro Romano  – dichiara Leoluca Orlando – deve dimettersi immediatamente e difendersi davanti ai giudici; l’accusa di concorso in associazione mafiosa è gravissima e un uomo delle istituzioni dovrebbe avere il buon senso di lasciare il suo incarico“.

 

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