E con la crisi, la Cina compra oro

Ieri, l’oro ha raggiunto il suo record storico per le quotazioni, a 1600 dollari l’oncia. All’inizio dell’anno, il valore del metallo prezioso si attestava sui 1400 dollari l’oncia, confermando così come vi sia stata una vera e propria impennata dei prezzi, soprattutto nelle ultime sedute. Motivo? L’oro è il bene-rifugio per eccellenza. Gli investitori lo comprano, quando gli affari in borsa sono considerati più rischiosi e incerti, in modo da impiegare liquidità in un bene, che possa mantenere il valore dell’acquisto nel tempo.

E stavolta ad avere spostato gli ordini verso l’oro è stata soprattutto la Cina, sempre più preoccupata della debolezza di dollaro e euro. La banca centrale di Pechino ha investiti ben 850 miliardi di dollari in titoli di stato USA, che adesso rischiano il downgrade, con un probabile deprezzamento del loro valore.

Non va meglio in Europa, dove la Cina si è prodigata in un acquisto massiccio di titoli di stato, anche al fine di contribuire alla stabilizzazione dei mercati finanziari, in cambio di una maggiore apertura commerciale nell’Eurozona. E si calcola che i cinesi posseggano il 13% dei nostri titoli di stato italiani, qualcosa come 250 miliardi di euro.

Non è un caso che ieri il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervistato da una tv cinese, abbia tranquillizzato sugli obiettivi di bilancio dell’Italia.

Sebbene l’investimento in oro per Pechino sia un fatto molto recente, le turbolenze sui mercati in questi mesi hanno accelerato il processo di dismissione dei vecchi titoli in portafoglio, per puntare sul sicuro, investendo così al meglio le enormi liquidità che la banca centrale possiede, per effetto del forte surplus commerciale con il resto del mondo.

 

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