Omicidio Rea, arrestato Salvatore Parolisi

Per Salvatore Parolisi è il giorno delle manette: a tre mesi dall’omicidio della moglie Melania Rea, il caporal maggiore dell’esercito è stato arrestato; il militare è stato prelevato questa mattina dalla caserma  Clementi di Ascoli dove dallo scorso lunedì aveva ripreso servizio e dove gli è stato notificato l’ordine di custodia cautelare. Il gip Carlo Calvaresi ha accettato la richiesta presentata dalla Procura di Ascoli e ha disposto l’arresto per Salvatore Parolisi accusato di omicidio volontario pluriaggravato dal vincolo di parentela e crudeltà e vilipendio di cadavere in eventuale concorso con altri: accusa che se confermata prevede l’ergastolo. Al momento non risultano esserci altri nomi iscritti nel registro degli indagati. Il militare è stato condotto nella caserma dei carabinieri e presto sarà trasferito nel carcere di Marina del Tronto sempre nella Provincia di Ascoli.

Fin dall’inizio Salvatore Parolisi ha sempre sostenuto la sua estraneità ai fatti e ha raccontato che il giorno della scomparsa di Melania erano con la loro figlioletta a colle San Marco (Ascoli Piceno); la versione però è smentita dai riscontri effettuati dal medico legale, secondo cui nell’arco di tempo in cui il militare sostiene di essere stato nel pianoro con la figlia e la moglie, questa era già morta nel Bosco delle Casermette, nel teramano. Proprio per questo il gip di Ascoli, in contemporanea all’ordinanza con cui dispone la custodia cautelare, ha anche stabilito il trasferimento degli  atti delle indagini alla Procura di Teramo. In ogni caso il giudice della Procura di Ascoli effettuerà l’interrogatorio di garanzia dell’arrestato, che nei successivi 20 giorni sarà riascoltato anche dal magistrato di Teramo.

Negli ultimi giorni gli elementi contro il marito della vittima si sono accumulati: dalle tracce di sangue ritrovate sull’autovettura di sua proprietà e poi lavate, al rinvenimento del suo dna sulla bocca della donna. Tutti riscontri che hanno portato poi il gip a decidere per l’arresto.  Appena appresa la notizia, il primo pensiero di Michele Rea, fratello di Melania è stato per la nipote: “E adesso come facciamo con la bambina?”, avrebbe dichiarato secondo quanto ha raccontato l’avvocato Mauro Gionni, legale della famiglia. Sempre il fratello della vittima si è augurato che l’arresto del cognato possa “arrivare a chiudere questo cerchio”;  “è una notizia che mi fa stare male – ha aggiunto -, ma speriamo possa essere la fine di un incubo“.

 

 

 

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