USA: Obama parla di accordo su debito, ma dubbi sono molti

Il Presidente degli USA, Barack Obama, forse nel tentativo di lanciare un messaggio rassicurante ai mercati, ieri ha fatto probabilmente il passo più lungo della gamba, annunciando che si è vicini a un accordo sull’innalzamento del tetto sul debito e ringraziando il team bipartisan dei sei senatori, che avrebbe presentato un piano, in linea con le attese della stessa amministrazione di Washington.

Ma l’ottimismo ostentato di Obama non trova conferme negli ambienti politici e della finanza, in cui l’idea di un default sembra un pò più probabile ogni giorno che passa. Alla fine, in realtà, il presidente avrà ragione su un punto: il default non ci sarà. Il 3 agosto, gli americani non si sveglieranno in uno stato in bancarotta, questo sarebbe un punto assodato. Non si discute di questa eventualità, quanto della mancata approvazione di un piano complessivo per ridurre il deficit federale, che quasi certamente non ci sarà.

La vera cattiva notizia per gli americani sarà questa. Il governo non avrà adottato un piano per ridurre il pesante indebitamento federale, perchè pretenderebbe di farlo aumentando le tasse, cosa su cui Repubblicani non sono disposti a cedere.

Questo significherà che gli USA avranno sempre più un “big state”, una “bestia”, per dirla alla Reagan, che divorerà risorse e fette di ricchezza dell’economia americana, alle cui famiglie prima o poi sarà presentato il (salatissimo) conto.

Probabile che presto gli Stati Uniti perderanno la tripla A sul loro rating, che dato lo stato pietoso dei conti, al momento sembra essere più l’espressione onomatopeica di una risata.

 

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