La soluzione inaccettabile dell’Eurobond

Il vertice dell’Eurogruppo di oggi affronterà il capitolo della triste saga infinita della Grecia, in preda a un debito gigantesco, che sarà in grado di frontaggiare solo con aiuti nel breve termine. La questione potrà trovare una soluzione, se verrà confermata l‘intesa preliminare raggiunta nella notte tra la Germania e la Francia. L’idea sarebbe di un nuovo prestito alla Grecia, che le consenta di riacquistare i propri titoli alla scadenza o dell’utilizzo del fondo salva-stati, per acquistare i bond “spazzatura” ellinici.

Quale che sia la soluzione trovata, essa sarà sempre e solo contingente, perchè l’assunto su cui si basa l’Unione Monetaria ha qualcosa di paradossale, che la rende poco credibile, agli occhi dei mercati. Da un lato, sono 17 i Paesi con un’unica moneta, ma le politice fiscali restano ancora 17. Per dirla breve, la moneta è unica, ma il debito e gli equilibri di bilancio vengono gestiti autonomamente dagli stati.

La soluzione possibile a questa contraddizione sarebbe in parte quella avanzata da Tremonti e dal presidente dell’Eurogruppo Juncker, ossia di un debito gestito centralmente, con emissioni unitarie. E ciò che ha preso per la stampa il nome di Eurobond. Questo renderebbe il debito europeo (la somma dei debiti nazionali) più sicuro e affidabile, ma anche questa soluzione conterrebbe in sè un paradosso e un’idea inaccettabile.

Il paradosso sarebbe che il debito verrebbe gestito centralmente a Bruxelles, ma creato in periferia. Come dire, ciascuno stato si indebita, ma poi a gestirlo ci pensa Pantalone. E come si vede anche in casa nostra, questo principio è sempre foriero di disastri finanziari. A meno di non attuare politiche di rigore, come un pareggio di bilancio perenne, ma rese credibili da sanzioni efficaci e molto severe.

Ma nello stesso tempo, sebbene ciò assicurerebbe coesione e responsabilità da ora in avanti, il debito europeo sarebbe così emesso e gestito a un tasso medio ponderato, che alleggerirebbe l’onere di chi oggi, come l’Italia, si trova a pagare un interesse alto, ma ciò avverrebbe a spese di stati come la Germania, che fino ad oggi hanno sempre pagati i più bassi tassi di tutta l’Eurozona. Insomma, i tedeschi dovrebbero accollarsi una parte dei maggiori tassi dell’Italia. 

 

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